PALERMO – Si sono spente le speranze dietro quella porta della Seconda rianimazione dell’ospedale Civico. Simona Curtese, 17 anni, è la seconda vittima di un sabato notte tragico, in cui uno schianto terribile aveva già fatto perdere la vita ad un suo coetaneo, il 19enne Giuseppe Ricotta, morto sul colpo in via Filippo Parlatore.
Stamattina i medici del nosocomio avevano dichiarato la morte cerebrale della ragazza, rimasta gravemente ferita in uno scontro in via Giafar. In tarda mattinata la decisione del padre e della madre della ragazza, che hanno acconsentito all’espianto degli organi: l’operazione sarà effettuata in serata.
Il cuore, i reni e il fegato di Simona daranno la possibilità di una vita migliore a tre persone. Una scelta generosa che i coniugi hanno comunicato ai medici che hanno tentato in tutti i modi di strappare la ragazza alla morte. Era stata trasportata al Civico in condizioni disperate: traumi in tutto il corpo, emorragie e pesanti lesioni interne, tanto da rendere necessaria anche l’asportazione della milza.
Poi Simona era rimasta sotto stretta osservazione, ma le sue condizioni, nell’arco delle ultime ventiquattro ore non sono mai migliorate, fino a precipitare del tutto. Sabato sera, in vista del suo diciottesimo compleanno, era uscita con alcuni amici per distribuire gli inviti per la sua festa.
A guidare la motocicletta Aprilia su cui si trovava, G.P, un ragazzo che si trova attualmente in prognosi riservata al Policlinico. Stavano percorrendo viale Regione Siciliana in direzione Catania per tornare a casa, quando è avvenuto lo schianto con una Ford Fiesta: all’altezza del sottoponte di via Giafar, nei pressi della zona di Ciaculli, i due giovani sono finiti violentemente sull’asfalto.
Era l’una e mezza di notte. Alle due Simona era già sotto i ferri, dopo una corsa disperata verso l’ospedale. Al suo coetaneo è stato necessario amputare un gamba, ma per lei il destino è stato ancora più crudele. Il tentativo dei medici non è bastato a salvarle la vita, le speranze erano poche. Ed oggi il triste annuncio ai genitori che hanno scelto di donare quelle stesse speranze a chi ne ha ancora bisogno.