PALERMO – È iniziata con un primo interlocutorio incontro, la contrattazione tra il Comune di Palermo e i sindacati della funzione pubblica. Per l’Amministrazione erano presenti il segretario generale Fabrizio Dall’Acqua, il dirigente dell’Ufficio Sviluppo Organizzativo Sergio Pollicita, il capo area della Partecipazione Sergio Maneri e il dirigente coordinatore e la dirigente del settore Risorse Umane Rosa Vicari. Rappresentavano i lavoratori la Fp Cisl, la Fp Cgil e la Fpl Uil. Sul tavolo della contrattazione ci sono diverse questioni riguardanti diritti e doveri dei dipendenti di Palazzo delle Aquile: dagli orari alle mansioni dall’organizzazione della macchina burocratica alle indennità.
“Diciamo che l’incontro ha aperto una discussione – è il commento del segretario aziendale della Fp Cgil, Paola Caselli –. Per la prima volta abbiamo avuto la possibilità di discutere in modo ufficiale di tematiche tanto importanti, sulle quali abbiamo fatto le nostre proposte. Siamo assolutamente d’accordo sulla necessità di allargare i servizi per i cittadini ma compatibilmente con le regole legate a gestione del personale e pagamento delle indennità previste. Chiaramente si continuerà a discutere, abbiamo chiesto al Comune di presentarci un programma completo con orari, mansioni e una valutazione sul personale che è possibile utilizzare, con eventuali trasferimenti da altri uffici”.
“I dirigenti comunali ci hanno presentato una prima proposta incentrata sulle assegnazioni – dice il segretario provinciale di Fpl Uil, Ilioneo Martinez – ossia, di fatto, sui trasferimenti del personale, su una, diciamo così, redistribuzione più razionale, accompagnata da piccole modifiche nel mansionario ma sempre nel rispetto del contratto nazionale di lavoro. Un piano che, però, al momento rimane sulla carta: aspettiamo che diventi concreto. Noi abbiamo risposto chiedendo l’immediata cessazione dei servizi demansionanti. La modifica delle assegnazioni, però, sembrerebbe solo un tampone, che migliorerebbe sicuramente la situazione senza però risolverla definitivamente. Per farlo a mio parere occorre il rientro delle risorse ex Gesip per le attività di portierato e simili, perché le carenze di personale comunque permangono”.
“Inoltre i dirigenti ci hanno proposto di inserire delle clausole di flessibilità – continua Martinez –, che comunque sarebbero soggette all’accettazione da parte del lavoratore. Ma queste clausole andrebbero inserite eventualmente in un più ampio e complessivo tavolo di contrattazione e riorganizzazione delle attività dei dipendenti comunali. Siamo disponibili a mantenere le aperture pomeridiane solo se vengono aboliti gli ordini di servizio demansionanti. Ci sono dipendenti – conclude il sindacalista – che magari fanno i matrimoni, poi si alzano e vanno al computer per fare un pass, poi salgono un piano per fare un protocollo informatico, e così via. È chiaro che in questo momento non c’è un’organizzazione del lavoro soddisfacente”.