SIRACUSA – Piove dentro il santuario della Madonna delle Lacrime, impossibile celebrare messa. E il parroco, don Aurelio Russo, inibisce l’altare maggiore. Il maltempo, dunque, che da due giorni imperversa su Siracusa come da allerta meteo diramata dalla Protezione civile regionale, ha fatto registrare stamattina i primi danni: il santuario edificato sul miracolo del ’53 e inaugurato e consacrato dal Giovanni Paolo II nel 1994. “Stamane non è stato possibile celebrare la santa messa delle 9 – spiega lo stesso parroco -, dove è collocato il quadretto miracoloso che versò lacrime nel 1953. L’altare, inoltre, per evitare spiacevoli incidenti, è stato inibito a chiunque voglia avvicinarsi e pregare dinnanzi al quadretto della Madonnina”.
L’incidente non è di quelli inattesi, il parroco aveva denunciato anche recentemente il problema delle infiltrazioni d’acqua nella poderosa struttura architettonica. “Una situazione ormai insostenibile per la nostra Basilica – ripete oggi -, che accoglie, ancora stamattina, numerosi pellegrini e turisti”. A mancare sarebbe la manutenzione ordinaria e straordinaria che il santuario con le sue sole risorse non è in grado di sostenere: questo aveva portato il rettore ad appellarsi alla Regione, con i cui fondi l’edificio religioso è stato costruito.
Ma è la chiesa proprietaria della struttura. Con fondi regionali di recente sono stati eseguiti lavori sull’isolamento sismico e sulle stesse infiltrazioni. Questi ultimi sono terminati nel 2015 ma il problema si è ripresentato da qualche mese ed è esploso in tutta la sua evidenza proprio stamattina. Discorso a parte merita la cripta, che negli ultimi cinque anni si è sempre totalmente allagata sotto le piogge autunnali: stavolta resiste perché il parroco insieme con i fedeli ha architettato un rudimentale sistema di barriere che finora sta reggendo. Lì il problema è di canalizzazione delle acque nelle strade tutt’intorno e anch’esso aveva meritato altri appelli del parroco, stavolta rivolti al Comune, “ma le canalette – sottolinea don Aurelio – sono ancora sporche dall’ultima alluvione”.