Lettera del 22-5-2005
Carissimo mio, con gioia ho ricevuto sue notizie e con altrettanta gioia mi accingo a parlare, sperando, prima di ogni cosa, di trovarla in ottima salute assieme a tutti i suoi cari, così come le posso dire di me.
La ringrazio di cuore di tutto ciò che mi ha detto e credo di non avere parole adatte ad esprimerle la mia gratitudine; vorrei, però, sommessamente e con molta umiltà riuscire a farle comprendere ciò che io provo interiormente.
Veda, in me in passato non c’è stato niente di predisposto verso il soprannaturale e il supremo, tutto è accaduto aldilà delle mie volontà, io ho solo subito le sensazioni dettatemi dal mio ego, ci fu un tempo in cui io avevo fede, l’avevo in modo naturale senza imposizioni di sorta, poi ad un tratto mi resi conto che qualcosa dentro di me si era rotta, mi resi conto di avere smarrito la mia fede, ma non me l’ero imposto io ciò, è stata del tutto naturale la mia metamorfosi, vero è però che non ho fatto mai nulla per ritrovarla, mi sono accorto che in fondo ci vivo bene anche così, mi sono convinto che dopo la vita c’è il nulla e sto vivendo per come il fato mi ha destinato, preoccupandomi soltanto di conservare integra la mia dignità e quella della mia famiglia per poterla un giorno riconsegnare integra per come mi è stata affidata alla memoria di chi me l’ha donata, cioè mio padre. Mi creda, sono un uomo interiormente sereno ed in pace con me stesso. Le racconto un aneddoto che mi è accaduto anni fa’, il mio dire comunque è fine a se stesso, mi sono solo ricordato per ciò che mi ha detto Lei. Dunque, mi trovavo ad un appuntamento con amici e ci trovai anche un uomo in abito talare che io conobbi in quella occasione, lui penso mi conoscesse per la mia nomea; sul finire della giornata lui mi chiamò in disparte, l’avevo notato che era tutto il giorno che mi girava in tondo ma avevo fatto finta di niente, credo che l’attrassi perché ero stato l’unico tutto il giorno a non avergli chiesto alcunché, per la mia riservatezza ed anche per la mia giovane età. Lui esordì dicendomi se io avessi bisogno della benedizione di Gesù Cristo, io per educazione e per rispetto verso l’uomo e l’età non gli dissi che non ero credente e le risposi in altro modo, senza alcuna arroganza, anzi con molta umiltà, ma senza tentennamenti, dissi testuale: “padre, se io sono stato nel giusto Dio mi ha già dato la sua benedizione, se io non sono stato nel giusto, mi perdoni, ma lei non può fare alcunché per me”. Lui non si turbò, anche perché non era minimamente nelle mie intenzioni arrecargli offesa e lui lo capì, mi mise una mano sulla spalla e paternamente mi disse “se hai bisogno della banedizione di Gesù Cristo sai dove e come trovarmi, ti aspetto: risposi “la ringrazio, lo terrò presente”. Non lo vidi più da allora ma penso che entrambi non ci siamo scordati perché ogni tanto mi manda i saluti che io puntualmente ricambio.
In quanto alla morte credo di avere avuto un rapporto particolare con lei, mi è sempre aleggiata intorno e so riconoscerla, da ragazzo la sfidavo con leggerezza per via dell’incoscienza giovanile, oggi da uomo maturo non la sfido, più semplicemente la prendo a calci in testa perché non la temo, non tanto per un fattore di coraggio, ma più che altro perché non amo la vita, teme la morte chi sta bene su questa terra e quindi ha qualcosa da perdere, io non ci sono stato bene su questa terra e quindi non ho nulla da perdere, neanche gli affetti perché li ho già persi nella materia già da tanti anni. Quando la morte verrà mi troverà vivo, a testa alta e sorridente perché quello sarà uno dei pochi momenti felici che ho avuto nella vita. Spero solo di riuscire a portare a termine ciò che mi sono prefissato prima di andare via, per me stesso e, per dare un senso alla mia esistenza. Vero è che sono stato una persona sola e la mia vita è stata un guazzabuglio di sofferenze, delusioni e fallimenti (non per causa mia) ma è anche vero che ancora si sentirà molto parlare di me, ci sono ancora pagine della mia storia che si devono scrivere, non saranno questi “buoni “ e “integerrimi” della nostra epoca, in preda al fanatismo messianico, che riusciranno a fermare un uomo come me, questo è un assioma.
La ringrazio per volermi offrire il suo cuore, non ho mai avuto alcun dubbio su ciò, la ringrazio per il suo paterno affetto ed anche in ciò non ho nutrito dubbi, lo stesso fatto che lei parla con me dimostra il suo affetto verso di me, tra noi due c’è sempre stato un feling particolare dettato solo dai sentimenti; ricordo che era una domenica pomeriggio ed avevo solo 500 lire in tasca, volevo comprarmi un oggetto, andai alla cassa e pagai, solo che vicino la cassa c’era lei che riconosciutomi mi restituì le 500 lire; dei soldi non me ne fregava proprio nulla, però in quel momento mi sentii la persona più importante del mondo, il solo fatto di avermi riconosciuto mi fece sentire importante, in fondo ero un bambino e poteva facilmente non riconoscermi o quantomeno essere distratto, invece lei sarebbe stato mio amico, aldilà di tutto il resto. Avevo 12 anni quel giorno e sono passati 31 anni da allora e come vede non ci siamo sbagliati né io né lei su noi stessi, siamo amici. Chissà se si ricorda di questo episodio, forse no, ma l’importante che me lo ricordi io. Glielo raccontato per volerle dire che non mi deve offrire niente, mi basta solo avere un posto nel suo cuore (incomprensibile) bene e che stimo tantissimo possa avere un pensiero per me mi fa capire che (incomprensibile) sono vissuto invano; mi creda mi basta e tengo soltanto alla sua amicizia (incomprensibile) ho bisogno di altro.
In merito ai miei cari ed al suo volersi rendere utile anche per loro io la ringrazio immensamente e le sono moralmente obbligato per il pensiero, ma vale lo stesso discorso che per me, cioè non deve fare alcuno movimento e ci basta tenerci nel cuore.
Mi comprenda, non è superbia la mia, è soltanto che voglio e devo salvaguardare la sua persona, i tempi sono quelli che sono ed è dovere mio tutelare chi ci vuole bene, i miei cari questo lo sanno ed è da tanti anni ormai che non frequentamo più ad alcuno. Detto ciò la ringrazio di nuovo per il pensiero verso i miei cari ed anche questo non lo scorderò mai.
Saprà, poiché è di dominio pubblico, che ho una figlia, è una bambina di 8 anni e mezzo, vive assieme a mia moglie a casa di mia madre.
In merito al suo progetto dove io ho mostrato scetticismo, lo so che lei perseguirà sempre con tenacia i suoi obiettivi e questo le fa onore, non soltanto per la sua coerenza di vita, ma anche per non avere scordato i torti ingiustamente subiti; il mio scetticismo era ed è rivolto alla classe che dirige il paese, non vedo uomini, solo molluschi opportunisti che si piegano come fuscelli al vento, dico ciò con cognizione di causa, ed il peggiore è chi ne sta a capo, un volgare venditore di fumo e chiudo qua perché per iscritto non voglio andare oltre.
Ho saputo che vi siete incontrati con l’amico mandatole, lo sapevo che vi conoscevate ho scelto lui perché è una persona di provata fiducia, il tutto rimarrà sempre tra di noi. Si, era in rapporti con papà ed è rimasto in rapporti con me, nella vita quando si è onesti c’è continuità. Lui si è già fatto sentire da me e mi ha detto che è felice che si è incontrato con lei e che vede buone cose per il futuro, ho poi aggiunto che lei è stato gentilissimo e disponibilissimo ed io la ringrazio di cuore di ciò. Mi ha detto che dovete rivedervi per cominciare a vedere il tutto e che ci vuole del tempo per concludere. Da parte mia le posso solo dire di fare il possibile per concretizzare la cosa, da un canto lui lavorerà ma il tutto porterà beneficio anche a noi due perché avremo una percentuale su tutto quello che si farà; anzi deve essere lei a decidere cosa l’amico deve lasciare per noi due, per me quello che lei decide mi sta bene, capirà che se i lavori andranno in porto noi avremo una buona rendita su cui contare, quindi la prego di fare il possibile affinché tutto vada in porto, lo so che ci vogliono dei tempi ma l’importante è iniziare a muoversi che poi i frutti si vedranno. Veda che l’amico già sa che deve lasciare una parte del tutto a noi due, non sa soltanto l’entità che è poi quella che deciderà lei. Quando su ogni lavoro lei deciderà l’entità può dirgliela direttamente all’amico o se preferisce la dice a me e io la comunico a lui, non c’è problema, decida lei sul tutto e mi fa sapere, per me quello che lei decide è ben fatto. Dunque, ormai voi il contatto lo avete, spero che possiate concretizzare il tutto e portare beneficio a noi stessi. Man mano che le cose vanno avanti mi terrete informato, anche l’amico ha il contatto con me, quindi anche lui mi terrà informato, spero che il tutto vada a buon fine.
Comprendo che con il cugino di suo fratello vi vedete sovente e ciò mi fa piacere, lei dia un caro abbraccio da parte mia e le dica che io sono a disposizione nel caso abbia bisogno di qualcosa.
La prossima posta per me la deve dare al nostro tramite entro il primo di settembre e non oltre, poi io le risponderò con i tempi che sa. Dato il periodo estivo per agevolarla dirò al nostro tramite che sia lui a farsi vedere di lei nell’ultima settimana di agosto.
Credo di averle detto tutto, ora la lascio – mai con il cuore – scusandomi se magari ho detto qualche parola in più. Spero tanto che i suoi cari stiano tutti bene così come io spero di lei, sappia che è nel mio cuore e nei miei pensieri come sempre è stato, le do’ un affettuosissimo abbraccio ed un bacio, la voglio troppo bene.
Non so quando verrà il giorno in cui noi due possiamo rivederci, spero che non resti nei nostri sogni, però una cosa è certa e, cioè, che comunque vada ci terremo sempre nel cuore, perché i veri sentimenti sono quelli che durano e si rafforzano nella disgrazia . La ringrazio del suo abbraccio paterno e dei suoi paterni consigli, grazie dal profondo del mio cuore. Avrò la massima cura di me, per vivere per come sono stato destinato e, comunque vadano le cose, sono stato un protagonista e spero che dentro di sé lei ne possa essere orgoglioso, in fondo mi ha visto crescere e ciò, per me, sarà importante, perché oltre a volerla bene la stimo tantissimo e tengo il suo giudizio. Sempre grazie di tutto.
In piena coscienza
e con l’immenso affetto di sempre
ad maiora
(incomprensibile)