PALERMO- “Il mancato potenziamento del 416 ter lascia i magistrati da soli. Per questo voglio esprimere la mia solidarietà a Nino Di Matteo; perché, nonostante l’atto dovuto del rafforzamento della scorta si capisca che il vero sostegno a chi lotta per sconfiggere la mafia si dà con la politica, non con l’isolamento”. Lo ha detto Antonio Ingroia, ex collega di Di Matteo alla Procura di Palermo e presidente di Azione Civile. “Lo dico da sempre che bastava aggiungere tre parole all’attuale formulazione dell’art.416 ter: ‘o altre utilità’, aggiungendo così al denaro i favori politico-amministrativi come tipica moneta di scambio usata dai politici per ottenere la promessa mafiosa di voti. La maggioranza si è impegnata a fare la modifica e il presidente Grasso ha ricordato Borsellino alzando come vessillo dell’antimafia la modifica del 416 ter. Ma così non va perché ci troviamo ancora una volta di fronte ad una legge truffa. Un passo avanti e quattro indietro con una mano tesa ai politici collusi. Questo Parlamento, eletto con una legge incostituzionale, è incapace di vere riforme. Si limiti a farne una sola, quella elettorale, in modo da poter essere sciolto in qualsiasi momento e poter restituire la parola agli elettori che avranno imparato la lezione. Da questa classe politica abbiamo in questi giorni l’ennesima prova che non ci si può fidare, compresi ex-magistrati che occupano ruoli di enorme peso istituzionale”, conclude.
La replica del portavoce di Grasso
”Quella che Ingroia chiama ‘vessillo dell’antimafia’, ovvero la modifica del ‘416-ter’, è una riforma importante e chiesta a gran voce da centinaia di migliaia di firme dei cittadini”: così, in una nota, il portavoce del presidente del Senato Pietro Grasso replica alle affermazioni di Antonio Ingroia. ”Essendo rimasto fuori dal Parlamento forse Antonio Ingroia – aggiunge – non ha avuto modo di approfondire i regolamenti parlamentari”.
“Nel discorso di commemorazione tenuto in Aula il 19 luglio il presidente Grasso ha dato notizia di aver assegnato la proposta di modifica del ‘416-ter’ alla Commissione Giustizia in sede deliberante per imprimere maggior velocità alla discussione sul testo arrivato dalla Camera, non per blindarlo. L’impegno assunto sin dal primo giorno della campagna ‘Riparte il futuro’ dall’allora candidato al Senato Pietro Grasso – prosegue il portavoce – era di fare in modo che la legge fosse modificata nel più breve tempo possibile. Quella che Ingroia chiama ‘vessillo dell’antimafia’, ovvero la modifica del ‘416-ter’, è una riforma importante e chiesta a gran voce da centinaia di migliaia di firme dei cittadini. In merito al contenuto del testo, che ovviamente non potrà emendare né votare, proprio ieri in occasione della Cerimonia del Ventaglio, il presidente ha sottolineato ‘che in questo modo la Commissione può modificare il testo, migliorandolo, senza dover passare dall’Aula del Senato. Il mio intento è stato solo quello di accelerare l’iter legislativo prescindendo dal merito del provvedimento che come sapete, purtroppo, non rientra fra le mie prerogative. D’altronde vorrei ricordare che proprio nel mio primo giorno da senatore ho depositato un Disegno di Legge che fra l’altro recava una riformulazione del 416-ter che allargava l’applicazione della norma con la sola aggiunta della voce ‘altra utilità’ oltre al denaro tra le ragioni dello scambio, e che ritenevo adeguata alle esigenze’. Esattamente la modifica invocata oggi da Ingroia”.
(Fonte ANSA)