"Solo il 25% degli italiani | favorevole ai vaccini" - Live Sicilia

“Solo il 25% degli italiani | favorevole ai vaccini”

“L’Organizzazione mondiale della sanità nega con forza la correlazione tra vaccinazioni pediatriche e autismo".

Convegno a Catania
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CATANIA. I vaccini sono il più potente strumento di prevenzione delle malattie e rappresentano un gesto di responsabilità sociale: non solo nei confronti dei propri figli ma anche verso tutta la comunità. E’ quanto emerso ieri sera – venerdì 27 maggio – a Catania in occasione del convegno su “La prevenzione possibile: le vaccinazioni” organizzato dall’associazione Equomed con il patrocinio dell’Ordine dei medici e dell’Università etnea. A spiegare l’importanza dei vaccini, sfatare alcuni miti e sottolineare l’importanza che l’informazione corretta riveste in questo settore, ieri al Borghetto Europa, c’erano medici, dirigenti sanitari, esperti in comunicazione, rappresentanti delle istituzioni, presente il parlamentare nazionale PD Giuseppe Berretta. Tutti concordi sulla necessità di contrastare le campagne di comunicazione anti-vaccini e le informazioni errate che corrono sempre più spesso sui social network e sul web: “L’Organizzazione mondiale della sanità nega con forza la correlazione tra vaccinazioni pediatriche e autismo, frutto di uno studio fasullo di un medico inglese poi radiato dall’albo – ha esordito Gaetano Palumbo, presidente di Equomed – Allo stesso modo, non è vero che i vaccini contengono metalli pesanti, tutte tesi che portano sempre più spesso i genitori a scegliere di non vaccinare i propri figli”. Una scelta, questa, che si rivela dannosa perché compromette la cosiddetta “immunità di gregge”, quella che evita la diffusione di epidemie: in Italia ad esempio siamo molto al di sotto della copertura del 95 per cento che consente l’immunità di gregge, anzi siamo molto più vicini al 70 per cento – è stato detto – e questo crea rischi per la salute di tutti, soprattutto dei soggetti più deboli. Numerosi i casi elencati, come quello – ricordato da Orazio Vecchio, responsabile dell’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera Cannizzaro – del “bimbo di 7 anni guarito da una leucemia ma che non è potuto tornare a scuola perché i suoi compagni non erano vaccinati”. Occhio, quindi alle informazioni sbagliate prese in rete: “Secondo una ricerca del Censis – ha detto Vecchio – la metà degli intervistati si informa attraverso i social network e i genitori dunque decidono se vaccinare o no i propri figli sulla base di notizie prese dal web”.

“Fondamentale allora è il nostro ruolo di medici di famiglia – ha sottolineato Antonino Rizzo – di cui i pazienti in genere si fidano maggiormente”. I rischi della crescente opposizione ai vaccini sono stati ben illustrati da Bruno Cacopardo, docente dell’Ateneo catanese: “Torneranno malattie dalle conseguenze drammatiche, che erano state debellate, come la difterite, la poliomelite, il tetano e il morbillo”. “Ogni giorno – ha proseguito Mario Cuccia, dirigente medico dell’ASP – 314 bambini nel mondo muoiono per le conseguenze del morbillo: dobbiamo fare di tutto per evitare che cresca ulteriormente la disaffezione verso i vaccini, sempre più spesso dovuta alla paura”. Una disaffezione su larga scala, tanto che oggi solo il 25 per cento degli italiani sostiene di essere a favore dei vaccini. Paura e informazioni errate, quindi, ma nella crisi dei vaccini c’è anche il riflesso della crisi del rapporto con le istituzioni. “Oggi sempre più spesso tutto viene delegittimato, anche il sistema sanitario, per questo il tema va affrontato anche da un punto di vista politico oltre che sociale e comunicativo” ha detto il deputato etneo del PD Giuseppe Berretta, che ha illustrato gli obiettivi di una risoluzione parlamentare con cui è stato chiesto al Governo di impegnarsi su vari fronti. “Abbiamo chiesto attenzione su alcune priorità, dal piano nazionale sui vaccini ad una campagna di comunicazione chiara ed efficace, ma anche la tutela dei soggetti deboli, un maggior controllo degli operatori sanitari e scolastici affinché siano vaccinati e soprattutto abbiamo chiesto di conoscere, attraverso dati sanitari certi, quali e quanti siano i casi di effetti collaterali legati ai vaccini: abbiamo il dovere di saperlo, proprio per contrastare la psicosi”. Un confronto aperto e apprezzato, quello di ieri, al quale hanno dato un contributo anche il direttore generale dell’ASP di Catania Giuseppe Giammanco, il direttore generale del “Policlinico-Vittorio Emanuele” Paolo Cantaro, il direttore generale del “Cannizzaro” Angelo Pellicanò, il presidente dell’Ordine dei medici di Catania Massimo Buscema e il medico del lavoro Ernesto Ramistella.


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