La villetta di Carini, vicino Palermo, in cui Sergio Cicala, 65 anni, abita con la sua seconda moglie, l’africana naturalizzata italiana Philomen Kabouree, e la figlia Alexia, avuta dal primo matrimonio con una insegnante di lettere di Caltanissetta, e’ vuota e sbarrata. Alexia, 30 anni, e’ andata a cercare conforto dalla madre e dai familiari. E’ straziata dal dolore: e’ molto legata a suo padre. Chiede in continuazione di avere notizie, che per ora, mentre la Farnesina tesse la tela per ritrovare i due italiani, non ci sono. La giovane rinnova l’appello ”al ministro Frattini e al premier Berlusconi” affinche’ ”venga fatto il possibile per riportare a casa sana e salva la coppia”. Alexia non ha notizie del padre da mercoledi’ scorso e chiede di sapere al piu’ presto come sta il genitore. ”Erano partiti – dice – per trascorrere il Natale col figlio dodicenne della moglie di mio padre in Burkina Faso”. A Carini Cicala e’ conosciuto per la sua passione per i viaggi in Africa e perche’ e’ un grande esperto di modifiche degli automezzi che utilizza per i suoi tour. ”Andavo in palestra con lui – racconta un amico – e’ sempre stato un tipo sportivo e avventuroso. Amava viaggiare. Era innamorato dell’Africa e dei luoghi esotici. Spero che questa storia si risolva nel migliore dei modi”. ”Da alcuni anni Cicala vive piu’ in Burkina Faso che a Carini” dice il sindaco del comune marinaro, Gaetano La Fata. Gli amici di Alexia, che fa l’operatrice in un centro di accoglienza per richiedenti asilo nel trapanese, le esprimono solidarieta’ scrivendo messaggi di augurio per una veloce liberazione dei sequestrati sulla bacheca di Facebook. Scrive Cesare: ”Ho appena appreso… Stai tranquilla, andra’ tutto bene. Per qualsiasi cosa, sappi che sono a tua disposizione”. Giuseppe scrive: ”Ti sono vicino in questo brutto momento, sperando che la Farnesina si attivi per risolvere la vicenda positivamente e nel piu’ breve tempo possibile”. E Ivana posta: ”Ciao Ale che rabbia, che bastardi. Ma sono fiduciosa, riabbraccerai presto papa’. Un fortissimo abbraccio”. Il professor Emanuele Cavallaro, 77 anni, viaggiatore e africanista, conosceva bene l’uomo rapito in Mauritania perche’ con lui aveva attraversato il Sahara nel ’79. ”Sergio Cicala e’ partito col suo furgone modificato: sospensioni alte, serbatoi, frigoriferi – dice – E’ un patito delle elaborazioni e questo furgone e’ straordinario: conteneva tutto cio’ che puo’ servire in un viaggio simile”. ”Il deserto – aggiunge – ormai non si percorre piu’ via Tunisi – Ghardaia ne’ sulla bidon cinq. Sono piste vecchie, anche pericolose. Cicala ha pensato di passare dalla Mauritania dove pero’ e’ obbligatorio avere un autista esperto ecco perche’ avra’ preso a bordo l’ivoriano che e’ stato rapito con lui””.
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