"Sono uomini del boss D'Ambrogio" | Mafia, 4 nuovi arresti nel clan di Porta Nuova - Live Sicilia

“Sono uomini del boss D’Ambrogio” | Mafia, 4 nuovi arresti nel clan di Porta Nuova

In cella quattro nuove pedine dello scacchiere di Alessandro D'Ambrogio, il boss considerato il capo del mandamento di Porta Nuova. L'ordinanza di custodia cautelare raggiunge Antonino Ciresi, anziano mafioso di Monreale e già in cella, il palermitano Vincenzo Ferro, il marsalese Gaspare Dardo, e il napoletano Ciro Napolitano.

PALERMO – Quattro nuovi arresti per mafia. Quattro nuove pedine, secondo l’accusa, dello scacchiere di Alessandro D’Ambrogio, il boss considerato il capo del mandamento di Porta Nuova. L’ordinanza di custodia cautelare raggiunge Antonino Ciresi, anziano mafioso di Monreale e già in cella, il palermitano Vincenzo Ferro, il marsalese Gaspare Dardo, e il napoletano Ciro Napolitano. Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo sono coordinate dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco. E così i fermi dell’operazione Alexander diventano in tutto trenta.

Ciresi, 70 anni, che tutti chiamavano Zio Nino, sarebbe stato braccio il destro di D’Ambrogio, oltre reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Assieme a Antonino Seranella avrebbe rappresentato il mandamento di Porta Nuova nei summit di mafia e si sarebbe occupato della riscossione del pizzo. Ciresi era una sorta di grande vecchio a cui ci si rivolgeva per risolvere le questioni più delicate. E lui era capace di calmare gli animi: “… non ci sono problemi fra di noi… giusto è Gianni? dico tra la gente come noi altri”.

Ciresi era il titolare di fatto dell’azienda di macellazione di carni Ovinsicula già finita sotto sequestro che avrebbe continuato a gestire nonostante si trovasse già in carcere. Al figlio diceva: “… poi un’altra cosa, gli dici a –omissis- e a tutti… nei conti e nei discorsi voglio assistere io me l’ha detto mio padre, tutta la fiducia ce l’hai sempre tu – omissis – però mio padre vuole che io le cose li devo sapere … omissis … mio padre dichiarazioni non ne ha fatto, perciò lui quando viene chiamato ma quali soci… veniva a leggersi il giornale, ogni tanto vendeva qualche vitello…”.

Vincenzo Ferro, detto Renzo, 37 anni, è accusato di traffico di stupefacenti. Viene considerato affiliato alla famiglia di Corso dei Mille, mandamento di Brancaccio. Era l’uomo, dicono i pm, scelto da D’Ambrogio per comprare la droga in Campania e riempire il mercato cittadino. E così settimanalmente, dopo aver raccolto i soldi dei vari mandamenti che partecipavano all’associazione, sarebbe andato a fare rifornimento in terra campana per conto dei mandamenti di Porta Nuova, Uditore, Pagliarelli e Brancaccio come emergerebbe da un’intercettazione in cui istruiva un picciotto: “… gli dice a questi del… Pagliarelli… gli dici che per 50 grammi … gli dici non lo cercate più a questo… Alessandro e gli dici pure che a me non me ne devono domandare più. Soprattutto questi del Pagliarelli e questi dell’Uditore”.

Di droga si sarebbe occupato anche Gaspare Dardo, marsalese di 57 anni. Lo Zio Asparino avrebbe garantito i collegamenti fra il gruppo dei palermitani che faceva capo a D’Ambrogio con quello dei mazaresi. Insieme progettavano di affrancarsi dai corrieri napoletani creando un canale diretto di approvvigionamento di cocaina e hascisc per affrancarsi dai napoletani e abbattere i costi. Che intanto, però” continuavano ad essere i fornitori ufficiali della droga per i clan mafiosi palermitani. Ciro Napolitano avrebbe fatto giungere in città fiumi di cocaina. Nel febbraio scorso fu fermato al porto di Palermo di ritorno a Napoli con un chilo e mezzo di cocaina residuo di una partita giunta precedentemente in città e non ritenuta di buona qualità.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI