CATANIA – È diventata una zona di trincea il Pronto Soccorso del Policlinico di Catania. Il sovraffollamento ha superato in questi giorni – ieri in particolare – i limiti di criticità. L’imbuto si blocca perché alcuni reparti sono pieni. E molti pazienti attendono un posto letto per il ricovero. Attese che durano, purtroppo, anche 24 ore.
I medici con la stessa abnegazione e spirito di servizio di sempre continuano a operare, ma chiedono un intervento da parte dei vertici aziendali per poter garantire assistenza in modo sicuro e più immediato. Anche perché sta diventando sempre più difficile poter garantire il distanziamento tra i pazienti, alcune barelle sono posizionate in corridoio.
Ieri, infatti, è stato riscontrato un caso di positività ed è stata immediatamente avviata la sanificazione, ma questo ha portato ad un ulteriore ritardo nelle prestazioni.
La situazione, come già raccontato, è completamente cambiata rispetto al primo lockdown quando la gente non andava al Pronto Soccorso per paura di contagiarsi. Ma lo scenario è diverso anche rispetto al maledetto novembre, quando c’erano difficoltà a sbarellare i pazienti positivi e le attese dall’area Covid per un ricovero potevano durare anche giorni.
L’emergenza era concentrata sui malati Covid, nell’ultima settimana invece il sovraffollamento è provocato da un flusso sempre più crescente di utenti no Covid. Anche se un aumento degli accessi dei positivi al Pronto Soccorso c’è stato. Ma questo è facile dedurlo dai dati sui contagi che arrivano giornalmente dai bollettini del Ministero della Salute.
I medici dell’emergenza si “sentono abbandonati”. E non sanno cosa rispondere alle giuste lamentele degli utenti che sollecitano la celerità nella cura. Gli appelli e le lettere alla direzione del Policlinico fino ad oggi non hanno portato ad una soluzione. A questo punto, arriva un invito-provocazione diretto ai manager da parte dei camici bianchi: “Venite a trovarci e vedrete con i vostri occhi in che condizioni lavoriamo”.