E adesso come la mettiamo? La mozione di censura del Pdl contro l’assessore alla Salute Massimo Russo ha trovato una sponda nel Pd. C’è una fronda bellicosa e si fa sentire. Pino Apprendi dichiara: “Voto per la censura, pur essendo stato in passato il primo sostenitore dell’azione di Russo, rilevo che l’assessore non ha ascoltato le esigenze del territorio, applicando tagli indiscriminati”. Davide Faraone dice a ‘Repubblica’: “L’ascolto, con Russo, è stato sostituito dall’arroganza”. E Mattarella ci mette il carico: “Mi pare che sul fronte delle nomine dei manager i metodi siano sempre gli stessi e che addirittura, in alcuni casi, siano stati indicati dirigenti in perfetta continuità con i tanto vituperati governi Cuffaro”.
Una affermazione travolgente e perfettamente logica che prescinde dalla persona dell’assessore e riguarda in toto il governo Lombardo. Non basta proclamare la discontinuità per superare i vizi del passato. Anzi, spesso, i rivoluzionari del potere si mostrano assai più conservatori e tetragoni al cambiamento dei predecessori. Certo, è un bel paradosso quello che martedì andrà in scena all’Ars. Coloro che accusano gli altri di Cuffarismo saranno sui banchi parlamentari da imputati. Per difendersi dal medesimo sospetto.