Le dimissioni del coordinatore regionale di Futuro e Libertà, Pippo Scalia, hanno mandato in subbuglio il partito che adesso si interroga sulla sua successione. Per Alessandro Aricò, deputato regionale dei finiani, il passo di Scalia potrebbe precedere l’abbandono di Fli che comunque non avrà troppe ripercussioni. E si augura che Scalia non vada al Pdl.
Secondo lei perché Scalia si è dimesso?
«Penso l’abbia fatto per un suo malessere causato dalla gestione interna del partito, un malessere sia nei confronti di una parte della dirigenza regionale, che nazionale. Fli sta andando bene, anche Scalia ha avuto modo di constatare i buoni risultati ottenuti alle ultime amministrative a Palermo e Agrigento, risultati che non erano previsti. Lui mi ha detto che ha voluto guidare il partito fino all’indomani delle amministrative, proprio per far capire che non ha nulla contro Fli, la ritiene una sua creatura. L’impegno di Scalia e Gentile su Agrigento è innegabile, uno che non tiene al partito non si impegna così».
Pensa che adesso andrà al Pdl?
«Non lo so, mi auguro di no».
Che reazioni ci sono state nel partito?
«Fino ad oggi non mi sono sentiti con gli altri, se non con qualche collega. Lo Presti dice la decisione di Scalia era nell’aria, secondo me era nell’aria il malessere ma non le dimissioni. Fin dal congresso nazionale, Scalia ha scelto una determinata linea vicina a quella dell’onorevole Urso. In politica uno deve rischiare per cose che sente realmente, io per primo glielo dissi. Ecco, io non lo vedo motivato a rischiare su Fli, anche se non è più un rischio perché abbiamo dimostrato un forte radicamento in Sicilia, ma non è disposto più a contribuire come prima».
Pensa che le dimissioni di Scalia potrebbero portare anche a quelle di Gianmaria Sparma, assessore regionale al Territorio?
«Sparma è un tecnico che sta lavorando bene, come tutto il governo tecnico che ha bisogno di tempo per lavorare. Sparma sta in particolar modo spingendo sulla trasparenza in un assessorato assai delicato. Spero che continui a fare l’assessore come ha fatto finora, il fatto che sia vicino a Scalia non importa. Un tecnico non è legato a partiti o singoli deputati».
Pensa che, se Scalia lascerà il partito, qualcuno lo seguirà?
«Non credo, ma appunto non dimentichiamo che non ha ancora lasciato il partito. Certo, un atto di questo tipo serve o a suscitare un dibattito interno, oppure è la premessa di un’uscita».
State già pensando alla successione?
«No, ancora non parliamo di successione. C’è un comitato di reggenza, continuano loro. Ognuno di noi sta curando una provincia».
Quanto perde Fli senza Scalia?
«Dal punto di vista organizzativo, Scalia ha dato una grande contributo al partito. Potremmo perdere qualcosa ma l’impianto organizzativo è ormai partito. È un pezzo importante che se ne va, ma Fli sopravvivrà».