ROMA – L’Italia è sedicesima tra i Paesi europei dell’Ocse per la spesa sanitaria pro-capite e fanalino di coda nel G7. È quanto emerge da un’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe, in vista della discussione della Legge di Bilancio 2024.
“L’Italia deve invertire la rotta”
Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, ribadisce che l’Italia “deve al più presto invertire la rotta. Altrimenti sarà l’addio al diritto costituzionale alla tutela della salute”. La spesa sanitaria pubblica del nostro Paese nel 2022, secondo il report di Gimbe, si attesta al 6,8% del Pil, sotto di 0,3 punti percentuali sia rispetto alla media Ocse del 7,1% che alla media europea del 7,1%.
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Sono 13 i Paesi dell’Europa che in percentuale del Pil investono più dell’Italia, con un gap che va dai +4,1 punti percentuali della Germania (10,9% del Pil) ai +0,3 dell’Islanda (7,1%). Il gap è forte anche per la spesa sanitaria pro-capite: in Italia è pari a 3.255 dollari, rimanendo al di sotto sia della media Ocse (3.899 dollari) con una differenza di 644, sia della media dei paesi europei (4.128) con una differenza di 873. E in Europa sono ben 15 Paesi a investire più dell’Italia in sanità, con un gap che va dai +583 della Repubblica Ceca (3.838) ai +3.675 della Germania (6.930).