Chiudere la partecipata Spi? | La Fisascat: "Un grave errore" - Live Sicilia

Chiudere la partecipata Spi? | La Fisascat: “Un grave errore”

Mima Calabrò, segretario regionale Fisascat Cisl

Sono dure le parole di Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl.

PALERMO – “Mandare a casa i lavoratori della Spi significa rinunciare a delle professionalità d’eccellenza. Ed invece si parla solo di chiusura senza considerare i benefici che si perderanno”. Sono dure le parole di Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat che interviene sulla vicenda della società partecipata Sicilia patrimonio immobiliare.

Ed aggiunge: “È la conferma di una politica miope che bada alle apparenze e non alla sostanza. Il neo presidente di Sicilia patrimonio immobiliare, l’avvocato Vincenzo Lo Re, nei giorni scorsi ha spiegato che ‘la partecipata regionale ha chiuso costantemente in positivo i bilanci di esercizio dal 2008 al 2015, tanto che, unicum nel panorama delle società partecipate, ha effettuato lo scorso settembre, la distribuzione e il pagamento dell’utile di esercizio finanziario 2014 ai soci per euro 292.672′. Eppure si continua a dire che la Spi deve chiudere perché sarebbe un carrozzone senza dipendenti e con soltanto quattro amministratori. Nulla di più falso: in servizio ci sono 17 dipendenti che hanno lavorato con abnegazione alla gestione e alla valorizzazione degli immobili della Regione siciliana. Per capire l’importanza del loro ruolo strategico citiamo, ancora una volta le parole di Lo Re: ‘ La Spi si propone oggi di contribuire al risanamento del bilancio regionale, come soggetto in grado di svolgere tutto il percorso che conduce i beni immobili sul mercato, procedendo all’attività tecnicoestimativa, alla predisposizione delle procedure di alienazione o locazione, alla cura dei relativi aspetti legali’. Insomma, abbiamo del personale qualificato che oggi, in nome di una dissennata politica dei tagli, vogliamo buttare nella spazzatura. Le conseguenze sono facilmente prevedibili: i servizi svolti dalla Spi saranno affidati ad altri e a costi decisamente superiori. Le nostre non sono farneticazioni, basta guardare cosa è avvenuto in passato quando la Regione si faceva carico di convenzioni certamente più onerose con l’Agenzia del Demanio e l’Agenzia del Territorio, che– come ha ricordato Lo Re – ‘pure coprivano solo una limitata parte delle prestazioni rese dalla Spi'”.

“Ecco perché – conclude la Calabrò – chiediamo al governo della Regione un’analisi intelligente. Chiudere una partecipata con il solo obiettivo di sventolare la bandiera del risparmio è inammissibile”.


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