Appello di Spina al Comune | vorrei un'area per i miei cani - Live Sicilia

Appello di Spina al Comune | vorrei un’area per i miei cani

Nino Spina, conosciuto in città per il suo appello "Aiutatemi ad aiutarli", dopo le denunce degli animalisti si difende: "Sono accusato ingiustamente. Ecco come affido i miei cani". E lancia un messaggio a Palazzo delle Aquile: "Se avessi una struttura tutta mia sarei felice".

Palermo - il caso
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PALERMO – A digerire quelle accuse non ci sta. Vuole dire la sua, ci tiene a spiegare il perché della sua presenza e dei suoi cuccioli nel centro città nonostante le denunce per il mancato rispetto del divieto di dimora e le segnalazioni alle forze dell’ordine da parte delle associazioni animaliste. Nino Spina, conosciuto a Palermo per il suo appello “Aiutatemi ad aiutarli”, rilancia. E lo fa con un nuovo messaggio. Stavolta il destinatario è il Comune: “Sarei felice se mi venisse concesso un terreno. Vorrei avere la licenza per realizzare un vero e proprio rifugio per cani, così sarei in regola da tutti i punti di vista e nessuno mi attaccherebbe. Sono stanco delle accuse a me rivolte, delle presunte denunce per accattonaggio che in realtà non ci sono mai state. Un linciaggio fatto di insinuazioni che ogni giorno spediscono polizia e carabinieri nei luoghi in cui mi trovo”.

Spina è accompagnato dal suo avvocato, Vincenzo Greco, che sottolinea: “Puntualmente non viene constatato alcun reato. L’unico motivo per il quale ogni volta il mio assistito viene prelevato dalle forze dell’ordine è l’inosservanza del divieto di dimora, che se dobbiamo dirla tutta è relativo a reati per i quali non c’è più alcun procedimento in corso. Episodi che fanno parte del suo passato, connessi al fatto che è stato un tossicodipendente e che ha avuto una vita non semplice. Un provvedimento disposto dal questore che comunque scadrà a breve. Ma per quanto riguarda i cani, non è mai stato accertato alcun illecito. Anzi – aggiunge il legale – per lui questa attività è una ragione di vita, il motivo per cui si alza ogni mattina dal letto. La sua è quasi una funzione sociale, sicuramente non legittima dal punto di vista formale, perché bisognerebbe creare una struttura, ma importante per lui e per coloro che gli affidano cuccioli che altrimenti verrebbero abbandonati”. Spina, dunque, non ha un rifugio. O meglio, lo aveva.

“Sì, prima possedevo un terreno a Carini, ma con la chiusura della Keller, dove ero impiegato, mi sono ritrovato senza alcuna entrata economica e non potevo più tenerlo. Ho quindi trovato un’alternativa, il terrazzo di casa di mio padre. E’ di 120 metri quadrati, non tengo mai più di quindici cuccioli lì”. Spina, così, parla ancora una volta di “cuccioli” e non di cani di grossa stazza o in età adulta. Proprio per questo motivo gli animalisti hanno più volte denunciato un presunto metodo di accoppiamento che avrebbe creato ad hoc, con cagne di piccola taglia utilizzate come fattrici. “E’ successo che il mio adorato cane Brenda – spiega – partorisse più volte perché era sempre in strada con me. A volte la perdevo di vista perché sapeva come tornare indietro, le piaceva essere libera. Un cane di razza, di piccola taglia. Ma quelle sono state le uniche volte in cui un mio cane ha partorito dei cuccioli. Di certo non poteva darne alla luce 1400, ovvero quelli che ho fatto adottare in questi anni. Brenda poi è morta. E’ stata investita da una carrozza in via Roma. Quel giorno sono svenuto, mi ha soccorso un’ambulanza”.

Ma sul fatto che con lui ci siano sempre piccoli e giovani quattrozampe, aggiunge: “D’altro canto è evidente che i cuccioli vengono adottati più facilmente. Raramente mi prendo la responsabilità di un cane di grande taglia, perché piazzarli è complicato, sono sincero. E lo sono altrettanto dicendo che tutto questo mi auta a mantenermi, sarebbe ipocrita affermare che lo faccio per hobby. Le offerte di coloro che decidono di prendersi cura di un cane sono per me fonte di sostentamento”.

A spiegare questo “meccanismo”, nei confronti del quale è spesso stato puntato il dito contro, è l’avvocato Greco: “Si tratta di offerte. Lui non impone alcuna cifra, possiamo escludere qualunque tipo di compravendita. Prima si accerta dell’affidabilità di coloro che gli affidano i cuccioli, li identifica e fotocopia il loro documento personale. Poi li fa visitare ad un veterinario che attualmente conosce perfettamente lo stato di tutti questi cani. Successivamente, quando vengono adottati, viene compilato un foglio coi dati di chi vuole prenderne uno e lascia liberamente un’offerta”.

“Ma prima mi accerto di chi si tratta – ci tiene a sottolineare Spina -. C’è chi sostiene che qualcuno ha abbandonato i cuccioli dopo averci ripensato. A questi rispondo che tutti coloro che prendono i cani da me hanno il mio numero di telefono e possono rintracciarmi per restituirmeli. Inoltre, sulla questione dei vaccini, so che è sbagliato non farli, ma non posso permettermeli. Nella fase in cui i cuccioli sono in cerca di adozione, somministro vermifugo e antiparassitario, poi chiedo a chi li adotta di provvedere quanto prima al resto”.


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