"Sprechi per 270 mila euro"| A giudizio l'ex giunta Musumeci - Live Sicilia

“Sprechi per 270 mila euro”| A giudizio l’ex giunta Musumeci

Il 17 aprile l'ex presidente della Provincia di Catania, Nello Musumeci, si dovrà presentare davanti ai giudici contabili assieme a cinque ex assessori della sua giunta. La vicenda è legata all'affitto di sei stazioni ferroviarie mai utilizzate.

Danno erariale
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PALERMO – Il danno erariale presunto tocca quasi quota 300 mila euro. La Procura regionale della Corte dei Conti cita in giudizio l’ex giunta provinciale di Catania. A cominciare dall’ex presidente Nello Musumeci, oggi a capo della commissione regionale Antimafia. Il 17 aprile dovrà rispondere davanti ai giudici contabili della spesa per l’affitto di sei vecchie stazioni ferroviarie. Assieme a lui sono stati citati gli ex assessori Gino Ioppolo (attuale deputato regionale eletto nella Lista Musumeci), Vincenzo Oliva (ex senatore Mpa), Ignazio Gambino, Salvatore Cristaldi e Stefano Fisichella.

Nell’aprile del 2001 la Provincia prese in affitto dalla Ferservizi, costola di Ferrovie dello Stato, le stazioni Filidonna, Militello, Mineo, Palagonia, Scordia e Vizzini. L’obiettivo era una ristrutturazione per trasformare gli edifici in disuso in strutture turistico-alberghiere. Quattro anni dopo la stipula dei contratti, i lavori non erano ancora partiti e la Provincia decise di restituire gli immobili.

Nel frattempo, però, come si legge nell’atto di citazione “la Provincia, tuttavia, dopo aver preso in consegna gli immobili in data 2 aprile 2001, non effettuava alcuna opera sugli stessi per adattarli alla destinazione d’uso prevista, non utilizzava in alcun modo gli stessi e non pagava nei termini i canoni convenuti”. La Ferservizi chiese un pignoramento. Nell’attesa che gli ufficiali giudiziari entrassero in azione, l’amministrazione provinciale decise di saldare il suo debito e la società incassò, nel 2008, duecentosettanta mila euro dalla Provincia (comprensivi di circa 40 mila euro di interessi).

Oggi la Procura della Corte dei Conti ritiene che a sborsare il denaro dovranno essere Musumeci e i cinque assessori della sua giunta.


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