CATANIA – Come da previsione, all’orizzonte non s’intravede ancora alcun segno di tregua. Il teatro Stabile, o meglio la sua gestione, continua ad essere al centro delle polemiche e i lavoratori, da mesi senza stipendio, ieri sera hanno ripreso la protesta davanti al teatro “Angelo Musco”, in occasione dello spettacolo serale. A dare l’annuncio, è stato Antonio D’Amico, segretario generale della Fistel Cisl di Catania. Ma a far scattare lo stato d’agitazione, stavolta, è stato il contenuto di una nota diffusa dalla dirigenza del Teatro Stabile, a seguito di un incontro avvenuto lunedì a Palazzo degli Elefanti, fra il Sindaco di Catania e agli Assessori al bilancio e a quello dei Saperi e Bellezza condivisa ed il Presidente del CdA Nino Milazzo e del Vicepresidente Jacopo Torrisi.
Un faccia a faccia in cui il presidente avrebbe accuratamente risposto alle famose domande sollevate dai Consiglieri Comunali Nicolò Notarbartolo, Carmelo Nicotra, Agatino Tringale, Salvatore Giuffrida, Enzo Parisi, nei giorni scorsi. Ma il resoconto dell’incontro sarebbe stato a tal punto sorprendente, da suscitare la rabbia dei lavoratori iscritti alle sigle UGL e Cisl, che già da tempo invocano le dimissioni del direttore Giuseppe Dipasquale e dell’intero Consiglio di Amministrazione. Al centro dell’incontro, il bilancio d’esercizio, che seppur negativo, in realtà sarebbe inattaccabile perché contrariamente a quanto affermato, rivelerebbe invero punte di produttività.
A monte, secondo Milazzo, un’errata lettura delle varie voci avrebbe indotto ad equivocare alcuni cifre, specie quelle riferite agli incassi del botteghino. La domanda sollevata dalle Commissioni Cultura e Bilancio era: “Ritiene che sia una performance accettabile e che riveli una gestione virtuosa ed efficiente il risultato di un Teatro che sopporta costi per oltre 5 milioni e 800 mila euro e riesce a produrre incassi del botteghino per soli 319 mila euro?”. “Sbagliata era la domanda e semplice la risposta. – rispondono Milazzo e Torrisi . A pagina 10 – si legge –della nota integrativa del bilancio 2013 risulta chiaramente che gli incassi da botteghino ammontano complessivamente a 1.645.323 euro così ripartiti: incassi prodotti dagli spettacoli di produzione in sede per 319.557 euro; incassi prodotti dagli spettacoli di ospitalità per 659.880 euro; incassi prodotti dagli spettacoli in tournée per 666.186 euro. L’insieme di questi dati rivela che lo Stabile di Catania riesce ad autofinanziarsi nella misura del 35,4% . Più in generale, poi, bisogna rilevare che il dato riportato nella lettera dei Consiglieri non corrisponde a ciò che è scritto in bilancio. Nei suoi totali, infatti, il Conto economico 2013 presenta un ammontare di 5.501.168 euro in conto costi gestionali (costi della produzione) a fronte di 5.829.98 euro in conto ricavi gestionali (valore della produzione): quindi, siamo in presenza di un notevole avanzo di gestione. Ne consegue, insomma, che la gestione tipica è stata produttiva”.
Oltre, a d avere chiarito alcuni punti sui conti che non quadravano, Milazzo nel corso dell’incontro avrebbe poi smentito i presunti avanzamenti di carriera, di cui i sindacalisti nel corso dell’audizione avevano riferito alle Commissioni, “è stato fatto – si legge ancora – un unico necessario aumento di livello previsto dal Contratto nazionale dei Lavoratori dello Spettacolo, in quanto il dipendente in questione ricopriva già da tempo mansioni di superiore responsabilità”. Se i riscontri al botteghino sono dunque positivi, tanto che l’ente sarebbe in parte in grado di autofinanziarsi, altrettanto lecita risulta la preoccupazione dei dipendenti da mesi senza stipendio. “Nonostante i milioni incassati – ha detto D’amico – al botteghino come annunciato sul quotidiano La Sicilia – i lavoratori sono ancora senza stipendi né è stato comunicato loro alcuna modalità di pagamento, pertanto i lavoratori continueranno la loro protesta in occasione dello spettacolo serale”.
Ma se la Cisl continua ad attaccare la gestione dell’ente, dall’altro lato interviene la Cgil etnea in difesa dell’operato di Milazzo. “Chiedere le dimissioni – hanno dichiarato Davide Foti , segretario generale Slc Cgil Catania Giovanni Pistorio, segretario provinciale Cgil Catania con delega alla Cultura – dell’intero Cda prima che venga approvato il bilancio consuntivo, e a manovra finanziaria regionale in corso, equivale invece a chiedere la distruzione del teatro” .
E in relazione alla presa di posizione della Cisl, la Cgil commenta: “La Regione Sicilia – continuano – ha finalmente approvato alcuni importanti stanziamenti ai Teatri siciliani, eppure suona strano che alcune sigle sindacali si mobilitino contro il Teatro Stabile di Catania mettendone in discussione l’onorabilità ed il prestigio acquisito in Italia. Non si comprende, inoltre, come mai i gruppi non dicano che, nonostante il periodo di crisi, il Teatro Stabile di Catania ed il proprio direttore abbiano condiviso con Cgil e Uil parecchi sacrifici e tagli che sono passati anche attraverso la dismissione di locali in affitto”.
Ed infine, secondo la Cgil, l’intera vicenda circa la presunta mala gestione del Teatro Stabile, condita da attacchi e polemiche, sarebbe implicitamente di carattere pretestuoso e strumentale. “Politicamente, – concludono Davide Foti , segretario generale Slc Cgil Catania e Giovanni Pistorio, segretario provinciale Cgil Catania con delega alla Cultura – suona invece come un tentativo di imporre a forza una linea politico-gestionale a sindaco, provincia e Regione”.