CATANIA – “A seguito delle notizie che vedono per l’ennesima volta protagonista in negativo il Teatro Stabile di Catania, questa volta colpito da una serie di pignoramenti che vanificheranno del tutto gli introiti del Fondo Unico per lo Spettacolo, vorrei ricordare che già nel 2010, quando ero Vice presidente dell’ente, avevo sollevato una serie di problematiche inerenti le sofferenze dell’ente e le difficoltà nell’accedere alla documentazione necessaria ad avviare un processo di verifica e risanamento, a tutela non solo dei lavoratori, ma anche e soprattutto del prestigio e della qualità artistica del Teatro.
Allora, davanti alle mie legittime richieste di chiarezza, di trasparenza, di conoscenza della legittimità dei poteri esercitati e di rinnovamento della gestione amministrativa – tuttora affidata al direttore artistico- ero stata rimossa dalla carica di vice presidente, dopo una campagna di stampa condotta contro di me; quando le mie richieste oltre che assolutamente legittime, erano volte unicamente a modificare l’andamento personalistico e dirigistico dell’amministrazione del Teatro (che, ricordo, è finanziato con soldi pubblici), andamento più volte contestato dai sindacati dei lavoratori e appurato da alcune testate giornalistiche molto prestigiose che più volte hanno posto l’accento su determinate problematiche.
Dopo sei anni, e dopo il declassamento del nostro amato Teatro (arrivato l’anno scorso a seguito della riforma Franceschini) noto con rammarico che la situazione è ulteriormente peggiorata; inoltre, contrariamente a quanto richiesto dal sindaco Bianco -fin dall’inizio del suo mandato particolarmente attento alle problematiche dell’ente- non sono arrivate le auspicate dimissioni del direttore che da ormai 9 anni guida il teatro anche dal punto di vista amministrativo.
Mi permetto anche di chiedere chi stia preparando la futura stagione del Teatro Stabile considerando che il nuovo direttore Giovanni Anfuso non potrà entrare in carica se non a fine giugno. Urge, nel rispetto del lavoro di tante qualificate maestranze e nel rispetto soprattutto di chi vorrebbe tornare a seguire il Teatro Stabile come un tempo (ricordiamo che siamo scesi dai 10.000 abbonati di dieci anni fa a poco più di mille) innanzitutto individuare le responsabilità di una gestione che proprio oggi il capogruppo Alessandro Porto ha definito “allegra”, perché è solo analizzando gli errori e le mancanze del passato che si potrà giungere nel futuro a una nuova rotta e a una gestione moderna del lavoro e della programmazione. Urge inoltre agire nell’immediatezza affinché chi si è reso responsabile dell’attuale sfacelo venga posto nell’impossibilità di programmare ulteriori future stagioni e di prendere provvedimenti che possano nuocere al prestigio del nostro (di tutti noi cittadini) Teatro Stabile”.