Il consiglio comunale di Bagheria ha approvato all’unanimità la proposta di intitolare lo stadio a Pasquale Alfano, fratello di Michelangelo, capomafia, morto suicida nel 2005 a Messina. Ma il sindaco Biagio Sciortino, a cui spetta l’ultima parola sull’argomento, si dice contrario: “Non possiamo permetterlo – dice – una cosa del genere non avverrà mai”.
Intanto, l’atto d’indirizzo votato da maggioranza e opposizione in Consiglio comunale ha stabilito che allo stadio si dia il nome di Pasquale Alfano, imprenditore edile, morto alla fine degli anni Ottanta, che fu assessore, consigliere comunale e presidente del Bagheria Calcio negli anni Settanta, prima che la società venisse rilevata da Michele Aiello, il manager della sanità privata, condannato per associazione mafiosa. Pasquale Alfano era socio in affari di suo fratello Michelangelo. Lo stadio è in parte inagibile, in attesa di ristrutturazione. L’ordine del giorno è stato presentato dai consiglieri Prestigiacomo (Misto), Cangialosi e Aiello (Pdl). Non appena informato del fatto il sindaco Sciortino ha opposto il suo fermo diniego: “Il provvedimento va rivisto, sono contrario. Molti consiglieri nemmeno sapevano di chi si stava parlando”. Anche l’associazione antiracket del comprensorio bagherese, si è opposta al provvedimento. In una nota l’associazione chiede invece che l’impianto sportivo venga intitolato a Ninni Cassarà, il vice questore della polizia di Stato ucciso dalla mafia. “Bagheria sta attraversando una fase estremamente delicata della sua storia – si legge nella nota – da una parte la mafia bagherese continua ad avere un forte radicamento nel territorio ma anche un ruolo nell’ambito dei vertici di Cosa nostra partecipando attivamente al tentativo di ricostruzione della commissione provinciale, come dimostra l’ultima operazione Perseo. Di contro si registrano alcuni tentativi incoraggianti di contrasto alla cultura dell’accondiscendenza al sistema di potere che la mafia ha creato nel tempo”. “In questo scenario – prosegue – le istituzioni locali hanno il dovere d’incoraggiare questo percorso con scelte politiche chiare e con conseguenti atti simbolici, come l’intitolazione dello stadio comunale di Bagheria a personalità che hanno dedicato la loro vita, in alcuni casi fino all’estremo sacrificio, per liberare la nostra terra dalla mafia”.
di Ignazio Marchese