PALERMO – “Mi meraviglio che gli oggetti acquisiti durante la perquisizione a casa di Giovanni Napoli, fossero stati restituiti senza una mia autorizzazione”. Lo ha detto Teresa Principato, ex procuratore aggiunto a Palermo, ora alla Dna, deponendo al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, in corso davanti alla corte d’assise d’appello di Palermo.
L’esame del magistrato era stato sollecitato dopo l’acquisizione agli atti della sentenza di condanna di Giovanni Napoli, uno dei fedelissimi del boss Bernardo Provenzano finito al centro di un complesso giallo sul sequestro dei suoi cellulari e dei pc. È emerso che sui dispositivi fu svolta una perizia da un consulente nominato dalla Procura ma della relazione non c’è traccia. La Principato avrebbe firmato la nota con cui venne disposta la restituzione dei cellulari.
“Per quello che era il mio metodo di lavoro, anche in altre indagini, ritengo di avere reagito vigorosamente di fronte a un atto doloso di restituzione effettuato senza la mia autorizzazione. Ma non ho un ricordo specifico su questo, stiamo parlando di fatti avvenuti circa 30 anni fa”, ha spiegato. (ANSA).