CALTANISSETTA – Sentenza ribaltata. Il magistrato Maria Teresa Principato è stata assolta. Confermata in appello anche l’assoluzione del finanziere Carlo Pulici contro cui la Procura di Caltanissetta aveva fatto ricorso. È una vicenda giudiziaria complessa quella sfociata in due distinti processi. Nel primo e in primo grado era stato prosciolto, oltre a Pulici, anche un altro magistrato, Marcello Viola (assoluzione ormai definitiva). L’appello era stato presentato dall’accusa solo per la posizione di Pulici.
Nel secondo processo Principato era stata condannata a 40 giorni di carcere, pena sospesa. Ora arriva l’assoluzione decisa dalla Corte di appello presieduta da Giovan Battista Tona. Viola, ex procuratore di Trapani e oggi procuratore generale di Firenze, era stato prosciolto perché il fatto non sussiste dalle accuse di rivelazione di segreto di ufficio. Stessa cosa per Pulici (difeso dagli avvocati Enrico Tignini e Fabrizio Biondo), che nel 2016, quando era applicato alla segreteria di Principato, di cui è stato per un decennio il più fidato dei collaboratori, aveva consegnato a Viola un pen drive con gli interrogatori dell’architetto e pentito Giuseppe Tuzzolino.
Interrogatori in cui si parlava anche di Matteo Messina Denaro. Le indagini per la cattura del latitante sono state per anni coordinate da Principato, aggiunto a Palermo e poi approdata alla Direzione nazionale antimafia. La procura di Caltanissetta a maggio 2018 aveva chiesto l’archiviazione dei due imputati per “insussistenza del reato”, ma il gip del Tribunale nisseno aveva disposto l’imputazione coatta.
Quindi l’assoluzione nel merito: lo scambio di informazioni era stato legittimo e rientrava nella normale interlocuzione fra gli uffici giudiziari di Palermo e Trapani. Un anno dopo si intrecciò la seconda vicenda. Pulici era stato denunciato (anche questa storia fu archiviata) per una questione che coinvolgeva una persona a lui vicina. Nell’ambito dell’indagine Principato era stata sentita come persona informata sui fatti. Al termine del colloquio con i pubblici ministeri di Caltanissetta, il magistrato, secondo l’accusa, raccontò a Pulici alcuni contenuti delle domande. Per questo reato Pulici fu assolto e Principato condannata. Da qui il processo di secondo grado. I legali del magistrato, gli avvocati Giacomo Butera e Marcello Maddalena, hanno sostenuto che non ci fu alcuna violazione. Gli atti non erano secretati e non ci fu alcuno scambio di informazioni riservate. Da qui l’assoluzione perché il fatto non sussiste.