Stop ai bandi per il sociale| Colpa di una circolare regionale - Live Sicilia

Stop ai bandi per il sociale| Colpa di una circolare regionale

Al comune di Palermo si bloccano i bandi per il sociale, e il rischio è che lo stop riguardi tutte le gare di Palazzo delle Aquile così come della Regione. Il motivo? Una circolare regionale.

L'ASSESSORE CIULLA: "VA TROVATA UNA SOLUZIONE"
di
2 min di lettura

PALERMO – I bandi di gara per il sociale, al comune di Palermo, da venerdì sono ufficialmente fermi. Ma a rischiare lo stop sono tutte le gare di Palazzo delle Aquile, a causa di una norma regionale che, paradossalmente, potrebbe paralizzare la stessa Regione.

La scorsa settimana, infatti, l’assessorato comunale alle Attività sociali si è visto rispedire indietro alcuni bandi dall’Ufficio gare e con una motivazione tanto semplice quanto disarmante: la nuova circolare regionale che attua una legge approvata dall’Ars nel 2011. Una norma che prevede, in pratica, che a comporre le commissioni non siano più gli interni (potrà esserlo solo il presidente) ma i componenti di un apposito albo regionale di esperti. Il problema, però, è che gli esperti sono veramente pochi: per le materie giuridiche appena 27, mentre per il sociale è attualmente solo uno. In pratica, sarà impossibile formare una commissione di gara o soddisfare tutte le esigenze.

Inoltre, ogni gara dovrà avere una diversa commissione che potrebbe costare anche fino a diecimila euro. “Se parliamo di grandi importi la cifra ovviamente è più sostenibile – dice l’assessore comunale Agnese Ciulla – ma quando parliamo di gare per poche decine di migliaia di euro, diventa difficile reperire le risorse oppure impiegarle per pagare le commissioni piuttosto che per offrire servizi”. Infatti, ogni commissario costerà 300 euro netti e saranno tutti a carico di Palazzo delle Aquile che dovrà così approntare specifiche somme: ma a piazza Pretoria gli esperti sono al lavoro anche per dirimere altre criticità della circolare per le quali sono stati chiesti numi alla Regione. Non è chiaro, infatti, se nei 300 euro rientreranno anche le spese di viaggio e alloggio, trattandosi di esperti appartenenti a un albo regionale, né se il tetto di 10mila euro sia da considerarsi a commissione o a esperto. Dubbi che hanno spinto i burocrati di Palazzo delle Aquile a fermare tutto per il momento.

“Ci troviamo in una situazione paradossale – ammette Ciulla – è assurdo pensare di dover fare debiti fuori bilancio per una cosa che prima era gratuita perché svolta con personale interno. E’ plausibile che la normativa voglia impiegare dei commissari esterni così da rendere le gare più trasparenti, ma questo non può significare il blocco delle gare. Inoltre, così facendo tutto tornerà in capo ai singoli settori mentre il Comune aveva demandato parte del lavoro all’Ufficio Gare. In un momento particolarmente difficile come quello che stiamo attraversando, con grossi tagli alla spesa sociale, è certamente difficile pensare di investire una parte delle poche risorse disponibili proprio per pagare i valutatori piuttosto che i servizi ai cittadini e alle cittadine spesso in difficoltà. Per altro, nel caso specifico, il fatto che ci sia un solo valutatore in area tecnica disponibile in tutta la Regione comporta un rischio più che concreto del blocco automatico della possibilità di indire le gare, paradossalmente anche per la stessa Regione”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI