PALERMO – La sua candidatura alle elezioni europee nella lista di Forza Italia è stata lanciata dal leader dei Popolari di Italia domani Saverio Romano. Oggi c’è chi dice che Innocenzo Leontini, ex capogruppo del Popolo delle Libertà all’Assemblea regionale siciliana, sia uno dei favoriti nella corsa per un seggio a Strasburgo.
E’ così, onorevole? Crede di farcela?
“Indubbiamente questa campagna elettorale si sta svolgendo in un contesto difficile e pesante. I nostri elettori hanno la sensazione, a mio avviso fondata, che l’Unione europea sia troppo distante dai bisogni dei cittadini”.
Mi faccia degli esempi di come pensa di farli ricredere.
“Beh, intanto sono convinto che noi siamo i primi a doverci impegnare per far sentire i siciliani meglio rappresentati. Moltissime delle condizioni in cui si trova quest’Isola dipendono dall’Europa. Penso all’immigrazione: questo problema non può essere a carico esclusivo della Regione o dei Comuni. Noi siamo stati sempre accoglienti, ma adesso siamo allo stremo. Un’Europa che non fa dell’integrazione e della cooperazione delle priorità assolute non può che essere fallimentare. E il modo in cui viene gestita questa piaga è esemplificativo di tante altre cose”.
Per esempio?
“In generale di come fino ad ora abbiamo subito regolamenti e discipline imposte in modo a dir poco vessatorio. L’unione europea, finora, ci ha fatto solo fare i compiti a casa, e sempre in modo unilaterale. Per questo come slogan ho scelto la frase ‘Più Sicilia in Europa e meno Europa in Sicilia’ ”.
Se le cose andranno come previsto, però, più della metà dei siciliani il 25 maggio resterà a casa…
“Io mi sto impegnando affinché la maggior parte di loro vada a votare. O almeno ci provo. I siciliani devono capire che è ora di valutare la proposta, e non la protesta. Il disimpegno dell’elettorato può portare solo ad un’Europa ancora più oppressiva. E’ ora di farci sentire”.
Vedo che ha preso l’argomento “protesta”. Voi ne prendete le distanze, ma in realtà sui temi dell’Europa molte delle vostre idee sono vicine a quelle del Movimento 5 Stelle. Penso, ad esempio, alle banche e alla moneta unica.
“Guardi, forse la pensiamo anche allo stesso modo su alcune cose, ma a volte in politica la distanza si misura sui fini, altre volte sui mezzi. Vorremmo anche raggiungere gli stessi obiettivi, ma noi cerchiamo di non farlo passando per la demolizione di tutto quello che c’è stato finora. L’Europa della moneta non deve finire, ma a questa deve aggiungersi quella dei popoli e della solidarietà. Sono anni che non abbiamo un dibattito politico con l’Unione, ma solo diktat da Bruxelles”.
C’è chi dice che Forza Italia avrà il 20 per cento. Lei ci crede?
“Certo che sì. Gli elettori ci premieranno per la nostra coerenza e per il nostro progetto: portare avanti un partito che riparta dal territorio e che affronti le questioni sociali ed economiche. E questo possiamo farlo solo con la forza di un consenso che proviene dalla comunità”.