CATANIA – La Corte d’appello di Catania ha dichiarato chiuso il processo d’appello a carico di Filippo Asero, l’assassino reo confesso di Ada Rotini.
Il femminicidio di Ada Rotini
La donna fu pugnalata a morte più di 40 volte dal suo ex, che non si rassegnava alla fine della loro storia e che poi avrebbe anche tentato di togliersi la vita.
Un carabiniere però riuscì a disarmarlo, bloccarlo e indurlo, comunque, a desistere. Era l’8 settembre 2021. Asero è stato condannato all’ergastolo in primo grado e ora, in appello, il suo legale ha chiesto la perizia psichiatrica. I giudici hanno disposto che il 12 novembre la parola passi al Pg.
La Corte
Dopo le arringhe arriverà la sentenza. E questo a meno che la Corte, dopo la camera di consiglio, non opti per una clamorosa riapertura. Allo stato attuale il processo dovrebbe chiudersi entro dicembre. Asero è difeso dall’avvocato Schilrò. Il legale ha anche chiesto ai giudici di ricorrere in via incidentale alla Corte Costituzionale.
Per la difesa, sarebbe incostituzionale la norma che vieta l’abbreviato qualora l’imputazione sia da ergastolo. In aula l’accusa è sostenuta dal pg Angelo Busacca. E sono presenti varie parti civili. La famiglia della povera donna è assistita dall’avvocato Giuseppe Cultrera.
Le parti civili
Le altre parti civili sono assistite dagli avvocati Antonella Cordaro, Samantha Lazzaro, Laura Farkas, Valeria Sicurella e Grazia Maesano. Tra le parti civili anche il Comune e varie associazioni. I giudici della Corte d’appello, si ricorda, non gli avevano concesso alcuna attenuante.
Asero come detto ha infierito brutalmente sulla vittima, non dandole scampo. L’omicidio si consumò in mezzo alla strada, fuori dall’abitazione dove i due avevano vissuto. La sentenza di primo grado è stata emessa dalla Corte d’assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi.
La sentenza di primo grado
In primo grado è stato condannato all’ergastolo. All’imputato i giudici di primo grado hanno inoltre inflitto varie sanzioni accessorie. Gli è stata inflitta l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, l’interdizione legale e la sospensione della responsabilità genitoriale durante l’esecuzione della pena.
I giudici hanno riconosciuto le aggravanti di aver commesso il fatto nei confronti della moglie, di aver agito con crudeltà e per motivi abietti e futili. Ora si attende il verdetto di secondo grado.