È originario di Ragusa lo studente della Bocconi rimasto gravemente ferito dopo essere stato accoltellato a Milano, in corso Como. Il giovane, nato nel 2003 a Milano, si era trasferito da bambino in Sicilia con la famiglia. Era tornato nel capoluogo lombardo per proseguire gli studi universitari. Qui, nella notte del 12 ottobre, è stato brutalmente aggredito.
Secondo la ricostruzione, cinque giovani — tre minorenni di 17 anni e due ragazzi di 18 anni — hanno avvicinato il 22enne mentre camminava da solo. Dopo una serie di battute e richieste, tra cui una sigaretta e del denaro da cambiare, uno degli aggressori gli avrebbe sottratto una banconota da 50 euro. Il giovane ha tentato di raggiungere il gruppo, che ha però reagito colpendolo con calci e pugni, anche quando era già caduto a terra, per poi accanirsi con due coltellate, una al gluteo e una al fianco sinistro.
Il 22enne accoltellato a Milano è rimasto paraplegico
Le ferite hanno provocato lesioni gravissime, tra cui la perforazione di un polmone e un danno al midollo spinale. I medici hanno dovuto ricorrere a trasfusioni e a più interventi chirurgici per salvarlo. Le conseguenze, tuttavia, sono permanenti. Il ragazzo è rimasto paraplegico e ha riportato danni irreversibili agli apparati urologico, intestinale e sessuale.
Nei giorni successivi, uno dei presunti aggressori ha persino commentato l’episodio sui social, vantandosene in modo provocatorio sotto un video della consigliera comunale ed europarlamentare Silvia Sardone, che denunciava l’aumento degli episodi di violenza armata in città. Martedì 18 novembre i poliziotti hanno arrestato cinque giovani. Tutti provengono dall’area di Monza e comuni limitrofi.
Cosa rischiano gli aggressori
Con il rito abbreviato la condanna per i due 18enni coinvolti nell’aggressione potrebbe oscillare tra i 10 e i 14 anni, mentre in caso di processo ordinario i due rischiano una pena tra i 14 e i 21 anni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, uno dei giovani avrebbe svolto il ruolo di “palo”, restando a controllare la zona durante l’azione del gruppo. L’altro è accusato di aver colpito la vittima alle spalle con due fendenti all’altezza del torace mentre il ragazzo si trovava già riverso a terra.
Il pubblico ministero Andrea Zanoncelli contesta a entrambi quattro aggravanti: la condizione di minorata difesa della vittima, il fatto che l’azione sia stata compiuta da un gruppo composto da 5 o più persone, il collegamento diretto con il tentativo di rapina e il concorso con minori.
Il padre della vittima: “A Milano situazione allucinante”
“Penso sia noto a tutti che, a Milano, ormai non si può più camminare – ha dichiarato il padre della vittima ai microfoni del programma Mediaset “Dentro La Notizia” – Io stesso sono stato inseguito, l’altro mio figlio è stato derubato, quindi c’è una situazione allucinante. Sembriamo nel Bronx”.
“Vivo a Milano da 30 anni e non l’ho mai vista come negli ultimi tre – ha aggiunto – Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, sennò sarebbe morto”.
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