PALERMO – Un’adesione che ha sfiorato le 15 mila unità tra i settori edile, sanitario e industriale, ma anche call center, banche e formazione professionale. Questi i numeri dello sciopero generale indetto anche a Palermo da Cgil e Uil.
A Catania, Messina, Siracusa e Trapani invece sono stati circa 5 mila a prendere parte allo sciopero. Un po’ meno ad Agrigento ed Enna con 3 mila lavoratori, a Ragusa 2 mila e infine a Caltanissetta in mille. Secondo i dati stimati in queste ore da Cgil Sicilia, il 70 per cento di adesione allo sciopero è avvenuto nel settore privato.Tra le aziende comprese nel campione sono presenti il Cantiere navale di Palermo, l’azienda edile Atigroup, Italkali, Latte Sole e Galbani.
In piazza tutti riuniti con un unico scopo: scioperare insieme contro il Jobs Act voluto dal governo Renzi, ma non solo. I lavoratori, gli studenti e i precari hanno manifestato anche contro la riforma della Buona Scuola e contro i tagli sulle pensioni, il precariato del lavoro. Numerosi gli insegnanti a protestare contro il governo: “La scuola ha bisogno di risorse per funzionare bene, e non continui tagli”, queste le parole di Massimo Neglia, insegnante all’Istituto Comprensivo Cruillas. Sfiducia nel futuro anche per gli studenti, che hanno scritto nei loro striscioni “così non va, se non cambia me ne vado”. Alcuni di loro hanno protestato davanti alla sede regionale del Pd, con fumogeni e uova lanciate contro le finestre dei democratici siciliani. Durante il corteo dei sindacati, invece, alcuni sono saliti sul tetto del teatro Politeama a sostegno dei lavoratori dell’Orchestra sinfonica siciliana che occupano ancora il teatro per chiedere la ripresa delle attività e lo sblocco degli stipendi.
Al termine della manifestazione gli interventi degli esponenti delle sigle sindacali: il segretario generale Uil Sicilia, Claudio Barone: “Ci siamo ripresi la piazza. Decine di migliaia di lavoratori sono tornati a scioperare per dire ‘Basta bugie’ al governo Renzi. Il Jobs Act va cambiato e per farlo il premier deve ascoltare i sindacati”. A concludere, le parole di Nino Baseotto, della segreteria nazionale Cgil: “siamo orgogliosi di sventolare le bandiere di chi crede nella democrazia, nel lavoro e nell’unità dei lavoratori”.