Sulle mozioni l'Ars si autocensura | Il centrodestra si spacca ancora - Live Sicilia

Sulle mozioni l’Ars si autocensura | Il centrodestra si spacca ancora

Formica (Lista Musumeci) e Di Mauro (Mpa) votano a favore del rivio della mozione alla Scilabra. "Solo un fatto tecnico", assicurano. Ma l'opposizione si divide anche su questo. Cordaro (Pid): "Una vergogna". Cascio (Ncd): "Faccenda delicata, ma la censura poteva essere votata".

PALERMO – All’Ars va in scena lo strano caso dell’autocensura. Alla vigilia della mozione che avrebbe potuto “sfiduciare” l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra (e il giorno dopo la collega Linda Vancheri), il parlamento siciliano decide che non è il caso di decidere. Spaventato dall’assenza del “plenum”, messo in bilico dalla mancata proclamazione del neo-eletto Pippo Gennuso (e dei colleghi siracusani). E così, la giovane assessora tira un sospiro di sollievo. E scopre di essere stata “salvata” dal voto di un ex assessore della Formazione e dagli ex alleati di Lombardo. Ironia della sorte e della politica.

Santi Formica e Roberto Di Mauro, esponenti dell’opposizione di centrodestra, hanno infatti votato a favore del rinvio della discussione alla prossima settimana. Il primo, ex vicepresidente dell’Ars e papabile prossimo vicepresidente, ha ricoperto il ruolo di assessore della Formazione negli anni dei presunti sprechi più volte sottolineati con forza da Crocetta e dalla stessa Scilabra. Gli anni di Raffaele Lombardo, il fondatore dell’Mpa. Di quel partito, il capogruppo all’Ars è appunto Di Mauro. Anche lui ha detto “non è il caso di votare quella censura”.

Prese di posizione di natura puramente “tecnica”, quelle sollevate dai due capigruppo che potrebbero però incrociare i propri destini proprio nella corsa verso la seconda carica dell’Assemblea. Scelte che inevitabilmente introducono nuove elementi di tensione e possibile divisione nel centrodestra. Un fronte già assai frammentato proprio sulla scelta del candidato alla vicepresidenza. Il nome di Formica è il più caldo. Ma nel Nuovo centrodestra resiste la candidatura di Nino D’Asero. Mentre l’Mpa non pare così entusiasta nel sostegno al capogruppo della Lista Musumeci e appunto lavora, sottotraccia, all’ipotesi Di Mauro.

Insomma, questo centrodestra, lo stesso che dovrebbe promuovere anche la mozione di sfiducia al presidente della Regione, si trova diviso già nella conferenza dei capigruppo. Una divisione che affiora, nonostante il tentativo di non sollevare polemiche “interne”, nelle parole di un altro dei capigruppo: quello del Cantiere popolare Toto Cordaro: “`E` una vergogna, – ha accusato – una delle tante di questo governo. Esprimo la più convinta contrarietà nei confronti di questo modo di procedere che ha portato all`ennesimo rinvio della discussione della mozione di censura per l`assessore Scilabra. Il rinvio deciso dalla conferenza dei capigruppo a maggioranza non fa che alimentare le tensioni e risulta poco comprensibile agli occhi dei cittadini”. Nessun riferimento diretto agli alleati, insomma. Solo un attacco al governo. In apparenza. Il passaggio in cui Cordaro stigmatizza il “modo di procedere” e soprattutto la sottolineature sul rinvio “a maggioranza”, però, nasconde evidentemente qualche malumore.

“La mia presa di posizione – spiega però Formica – è solo un atto di coerenza. Ci è stato detto che a causa della mancanza del plenum non si potesse svolgere l’elezione del vicepresidente. Ho detto: o si vota sia per quello che per la mozione, o non si vota per nessuna delle due”. E così è stato. Anche grazie al voto di Roberto Di Mauro: “Vorrei ricordare – dice – che io la mozione di censura non l’ho nemmeno firmata, ma non è questo il punto. Quando si affronterà la censura noi voteremo a favore. Anche se io non sono mai favorevole ad atti d’accusa nei confronti di singoli assessori, tra l’altro non previsti nemmeno dal regolamento. Io semmai preferirei votare la sfiducia al governatore”. Ma a spingere Di Mauro a sposare la tesi del rinvio, anche altri fattori: “Il deputato che sarà proclamato nei prossimi giorni (Gennuso, ndr) si iscriverà al mio gruppo parlamentare. Non capisco quindi perché, anche in vista del la votazione della mozione, io debba rinunciare a un voto”.

Nessun problema politico, conferma insommma anche l’Mpa. Peccato che proprio i voti di Di Mauro e Formica abbiano finito per “salvare”, per il momento, la Scilabra. Per mutare l’ordine del giorno è necessario infatti il voto favorevole dei capigruppo che rappresentano i due terzi dell’Aula. Sarebbe bastato, insomma, che la Lista Musumeci o l’Mpa avessero seguito l’esempio degli altri colleghi del centrodestra per “costringere” al rispetto dell’ordine del giorno. Al voto domani, insomma, di vicepresidente e mozione.

“Da ex presidente dell’Ars – commenta il coordinatore regionale nell’Ncd Francesco Cascio – ammetto che si tratta di una situazione complicata. Io ritengo che la mozione, essendo un atto politico, potesse essere votata, al contrario delle leggi. Ma non mi scandalizza la decisione della conferenza dei capigruppo. Il centrodestra si è spaccato? Spero – aggiunge- anzi sono convinto che non ci siano remore di natura politica. Comunque sia, la maschera cadrebbe tra una settimana”. “Che devo dire? – ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone – ci siamo dovuti inchinare alla forza dei numeri”.

Numeri, appunto, composti anche dai colleghi del centrodestra. “Si tratta – ribadisce però Nello Musumeci – solo di un fatto tecnico, non politico. Noi di mozioni ne votiamo pure centomila. Qualche alleato ha parlato di vergogna? Pazienza, ricuciremo la prossima volta, nel centrodestra serve sempre un grande sforzo di mediazione. Non abbiamo salvato la Scilabra, lei non deve tirare alcun sospiro di sollievo. La prossima settimana chiedremo di votare insieme la censura a lei e la sfiducia a Crocetta. In un colpo, insomma, cacceremo l’assessore incapace e il presidente capace di tutto”.

Ma in una settimana possono cambiare molte cose. In questi giorni, infatti, la maggioranza intensificherà gli incontri e i confronti per trovare uno sbocco all’impasse politica degli ultimi mesi. Ormai anche i renziani chiedono un azzeramento della giunta, ieri i deputati di Articolo 4 e quelli del Pdr hanno incontrato il presidente Crocetta. Tra sette giorni, insomma, il panorama politico potrebbe essere già profondamente mutato.

E in effetti, quello che è accaduto ieri in conferenza dei capigruppo, ha insospettito l’”altra” opposizione, quella del Movimento cinque stelle: “Questi eterni rinvii – ha detto il capogruppo Valentina Zafarana – non ci convincono per nulla. Vorremmo capire quali partite si stanno giocando dietro questa continua melina, che ha paralizzato per quasi un mese sala d’Ercole. Non è assolutamente certo che la proclamazione degli eletti avvenga a stretto giro di posta. Basta con questa presa in giro, soprattutto per rispetto di tutti quei Siciliani che attendono risposte da questo Parlamento”. Una cosa è certa. La mozione oggi non si discuterà. Anche parte dell”opposizione ha deciso di non decidere. Ha scelto la via dell’autocensura.


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