CATANIA. Mattina dei lunghi coltelli quella che si è conclusa oggi con l’elezione dei sette componenti di giunta della Super Camera del Sud Est. Ed ecco i nomi che riportiamo in ordine alfabetico: Riccardo Galimberti (commercio – Catania), Sandro Gambuzza (agricoltura – Ragusa), Filippo Guastella (commercio – Ragusa), Michele Marchese (artigiani – Siracusa), Salvatore Politino (commercio – Catania), Enza Privitera (commercio – Siracusa) e Fabio Scaccia (industria – Catania).
Si potrebbe dire che era tutto previsto visto che tutto coincide perfettamente, riguardo all’elezione, con le indiscrezioni che LiveSiciliaCatania aveva riportato stamattina. Tutto. Persino quel naso storto di alcuni consiglieri: “Politino non rappresenta la Confesercenti – ha tenuto a precisare il consigliere Filippo Guzzardi – infatti non è stato eletto con i voti dell’associazione, ma grazie alla politica”.
Politino dal canto suo ribatte con forza di “essere stato eletto con il voto delle associazioni apparentate, rappresento Confesercenti e le piccole e medie imprese”.
In effetti quasi tutta la mattinata è stata difficile da superare tra riunioni, aria pesante e persino qualche sguardo arrossato e lucido di preoccupazione. Alcuni numeri non quadravano ed erano quelli che Ragusa voleva nel piatto senza dubbi o tentennamenti per garantire, in giunta, una parità di rappresentanza ai tre territori.
Ma i conti continuavano a non quadrare e così, un po’ per prendere tempo un po’ perché il problema esiste, la discussione ufficiale è stata dirottata sulla rappresentanza di genere ricorrendo a quanto disposto nell’art 2 del DPR 251/2012. Il decreto rispolverato da Tanasi (Codacons) si riferisce all’applicazione delle quote di genere negli organismi di amministrazione e controllo delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni. Caso che seppur condiviso anche da Agen, non rientra in quello della Super Camera del Sud Est.
Un’ora abbondante di interventi e l’inizio in ritardo della seduta, ha consentito di arrivare alla prima votazione solo a mezzogiorno. 31 i consiglieri presenti oggi, prima seduta per Ivan Lo Bello, che ha dato dimostrazione di grande signorilità e che ha deciso di non votare, e Francesco Ferreri (Coldiretti Sicilia) nuovo nominato all’agricoltura dall’assessorato alle Attività Produttive.
Dei sette membri di giunta sei sono stati eletti al primo turno: Galimberti 8 voti, Guastella 8, Politino 9, Privitera 7, Scaccia 6, Gambuzza 4. Marchese e Milazzo sono andati al ballottaggio con tre voti ciascuno al primo turno e, rispettivamente, con 16 voti contro 7 al ballottaggio. Ma qualcosa ancora non va. Non va ad esempio che la giunta sia composta solo da sette componenti. “Ce ne vorrebbero almeno 11” ha sottolineato Pietro Agen rimproverando quanto disposto dalla Madia “perché non tiene conto della rappresentatività territoriale”. Un numero che non influirebbe in nessun aspetto visto che tutte le cariche sono, lo ricordiamo, prive di emolumenti.
Da oggi però la giunta c’è e, anche se l’opposizione avrebbe potuto esprimere persino due esponenti in giunta, ormai il dado è tratto direbbe Cesare. Mentre Agen ha puntato all’operatività: “Sono felice del voto espresso oggi per comporre la giunta – ha commentato – perché mi consente di lavorare già da domani e mi auguro che, nel giro di poche settimane, riusciremo a riportare quel clima di serenità che in parte manca ancora”.
Pochi minuti per le foto di gruppo e poi prima riunione di giunta durante la quale non è stato nominato alcun vice presidente. Prima di procedere in tal senso c’è la volontà di modificare lo statuto camerale in modo da prevedere non uno, ma tre vice presidenti. Uno vicario e due in rappresentanza dei territori.
Eppure è il pagamento delle pensioni il problema contingente, e al momento insormontabile, delle Camere Siciliane e di quella del Sud Est che da sola conta gli stipendi di 110 dipendenti e circa 210 pensioni da erogare. Un problema che Michele Marchese ha riassunto benissimo poco prima delle votazioni: “Oggi ci stiamo ammazzando per sposare una vedova povera in canna”. Ma forse una via d’uscita c’è e potrebbe arrivare adesso, in un paio di giorni insomma, dal governo regionale che sembrerebbe voler ripristinare l’importo del contributo annuo nella sua interezza, facendo un passo indietro nel tempo. Esattamente a quanto accadeva prima della riforma voluta dal Governo Renzi che ha imposto in modo progressivo – del 30, 40 e 50% – la riduzione del contributo annuo.
Se è questa l’intenzione di Crocetta, i tempi sono strettissimi e quest’atto dovrà essere fatto entro i limiti imposti dal periodo bianco pre-elettorale.
Ma il dubbio che tutto ciò sia possibile c’è. La legge dice che il diritto annuo viene stabilito dal Ministero dell’Economia in accordo e in intesa con quello delle Attività Produttive, fatti i costi medi di ciascuna Camera. L’unico motivo giuridico che potrebbe rendere non impugnabile questo eventuale decreto è basato sul fatto che la legge nazionale è deficitaria per gli enti camerali siciliani, sancendo una disparità con quelle italiane e portandole al fallimento.