Suppa: “A Palermo | il peggiore compleanno, | ma quanto amore…” - Live Sicilia

Suppa: “A Palermo | il peggiore compleanno, | ma quanto amore…”

Il rosanero che fu
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Adesso ci sono Migliaccio e Nocerino, prima c’erano Guana, Mutarelli e Di Donato. Ma prima di tutti loro i polmoni a centrocampo, per il Palermo, li metteva Pasquale Suppa. Un guerriero campano in campo ai tempi di Morgia e Sonzogni. Quando i campi da calcare erano quelli caldissimi di serie C e parlare di battaglie non era affatto improprio. Suppa ha smesso di giocare con la maglia del Chieti nel 2004, in serie C-1. Poi è tornato a casa, dove si occupa ancora di calcio, collaborando con alcuni club campani di Eccellenza.

Se le dico Palermo a cosa pensa?
“A certe incredibili sfide fra la mia Casertana e il Palermo negli anni Novanta, ma soprattutto al mio compleanno con una gamba rotta, quando già giocavo in rosanero. Era il tre settembre, un intervento scomposto di un avversario, alla prima giornata di campionato, significò la frattura del perone. Per me fu il peggiore compleanno. Rimasi oltre quattro mesi lontano dai campi di gioco e a fine stagione giocai poco più di una decina di partite”.
Però a fine campionato arrivò la tanto sospirata promozione in serie B…
“Sì, un finale convulso, con Sonzogni esonerato e Sella ad allenarci per le ultime due gare. Il lavoro più importante lo fece Sonzogni, ma Sella non fu inutile, ci diede entusiasmo”.
Un altro suo allenatore ai tempi del Palermo, Massimo Morgia, è tornato alla ribalta per essersi dimesso dalla panchina della Juve Stabia. La sua risposta ai tifosi violenti…
“Gli sono solidale, conosco bene la situazione, perché abito vicino Castellamare. La violenza uccide il calcio, ce lo ripetiamo ogni volta che succede una tragedia, ma poi tutti ce ne dimentichiamo. Stiamo lasciando lo sport più bello del mondo nelle mani dei teppisti. Chi ci perde è la gente che vorrebbe solo vedere spettacolo”.
Palermo le ricorda solo il periodo di immobilità?
“No, assolutamente no. Palermo è una città che mi ha dato grande affetto, ho ancora amici lì. La gente di Palermo ha un cuore grande e mi fu vicina nel lungo periodo dell’infortunio e anche dopo. Attorno a me e alla mia famiglia ho sentito tanto amore”.
Del suo gruppo di compagni chi sente ancora e chi ricorda con piacere?

“Mi è capitato di sentire Davide Bombardini e sono felice che giochi ancora ad alti livelli. Ricordo benissimo il ruolo di Vincenzo Sicignano nello spogliatoio. Teneva su il morale di tutti, viveva il calcio a trecentosessanta gradi. Non dimenticava mai di essere il portiere rosanero, viveva a stretto contatto con i tifosi. Mi diceva sempre di sentirsi palermitano”.


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