PALERMO – Ancora un giorno di sciopero per i dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia. Ieri si è riunita l’Assemblea dei lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, convocata dalle RSA Fiba Cisl, Fisac Cisl, Uilca Uil e Ugl Credito, per dare un seguito alle iniziative di lotta che sono state attuate nei giorni scorsi, ovvero le giornate di sciopero del 10 e dell’11 dicembre scorso.
L’incontro interlocutorio che le organizzazioni sindacali hanno avuto presso la Presidenza della Regione con il capo di Gabinetto del Presidente Guagliano, “ha confermato l’assoluta incapacità e irrilevanza dell’attuale CdA, ulteriormente testimoniata dal fatto che la Presidenza della Regione, come appreso in quella sede, era del tutto all’oscuro degli impegni sottoscritti dal Presidente Volpe con le Organizzazioni Sindacali lo scorso 14 novembre, ovvero: la richiesta al Socio della sottoscrizione di un contratto di servizio volto a garantire l’equilibrio economico-finanziario della società, così come avviene per altre partecipate o, in alternativa, la richiesta del trasferimento delle quote azionarie dalla Regione Siciliana alla società IRFIS-Finsicilia”, si legge in un comunicato dei sindacati.
L’incontro presso la Presidenza della Regione si è chiuso con l’impegno da parte del capo di gabinetto di una convocazione per questa settimana dei sindacati insieme al Presidente della Regione, all’Assessore all’Economia e alle 4 Autorità di gestione dei fondi Comunitari (ovvero i Dirigenti Generali degli Assessorati Agricoltura e Lavoro e del Dipartimento alla Programmazione) per concertare delle azioni volte ad evitare il default della Società.
L’Assemblea dei lavoratori ieri ha deliberato per oggi la terza giornata di sciopero con contestuale sit-in presso l’Ars dove la Commissione Bilancio ha convocato le organizzazioni sindacali, il Presidente Volpe e l’Assessore Baccei in ordine alle gravi criticità economico-finanziarie di Sviluppo Italia Sicilia. Nel pomeriggio la protesta si sposterà a Palazzo d’Orleans, dove per le 15,30 è previsto un incontro al quale sono state invitate le quattro autorità di gestione, l’Assessore all’economia e i vertici aziendali ma non, al momento, le Organizzazioni Sindacali.
Queste organizzazioni sindacali “denunciano come un affronto inaccettabile la mancata convocazione dei sindacati all’incontro da loro stessi richiesto e per ottenere il quale i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia hanno scioperato nei giorni scorsi davanti i palazzi della politica regionale (ARS e Presidenza).
I lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia oltre a lamentare il mancato pagamento delle retribuzioni, lamentano come una società acquistata per 10 milioni di euro dalla Regione Siciliana nel 2008, che aveva accantonato riserve per oltre 6 milioni di euro, dopo avere creato migliaia di posti di lavoro in Sicilia grazie alla gestione dei fondi nazionali per il prestito d’onore e la microimpresa, sia stata dimenticata al suo destino da una classe politica incapace di programmare una qualsiasi azione per lo sviluppo del territorio”, si legge nel comunicato.
I sindacati denunciano: “In assenza di un immediato intervento, le attività della società verranno andranno inevitabilmente incontro al blocco totale dell’attività e, in particolare: 1) L’incubatore di Catania, acquistato dalla Regione, dove sono insediate una ventina di piccole e medie imprese a breve chiuderà i battenti, lasciando le imprese e i loro lavoratori in grande difficoltà, con la prospettiva di interrompere la produzione; 2) L’interruzione delle erogazioni in corso a valere sugli artt. 1 e 2 della Legge 23/2008, (imprese di qualità e imprenditorialità giovanile), causerà inevitabilmente problemi finanziari alle circa 130 PMI ammesse ai finanziamenti, sommandosi al difficile momento congiunturale che le stesse imprese stanno attraversando a causa della crisi; E’, inoltre, a rischio la certificazione di oltre 6 milioni di euro di spesa sul PO FESR da parte dell’Assessorato Attività Produttive; 3) Tutte le attività in corso, in convenzione con Invitalia, dalla valutazione delle domande alla firma dei contratti per il prestito d’onore (titolo II del D. Lgs. 185/2000), a breve subiranno uno stop, con un grave danno a tutte quelle centinaia di giovani siciliani che ogni anno, malgrado le difficoltà, hanno deciso di avviare una nuova attività nell’isola”.
“A tutto questo – proseguono i sindacati, che hanno chiesto un tavolo di crisi presso il Mise – si aggiunge il grave disagio dei 76 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia e delle loro famiglie che, nel vedere fortissimamente a rischio il loro posto di lavoro, trascorreranno un Natale senza stipendio che si somma a tutte le altre mensilità arretrate.”