"Il rimpasto non basta. Dopo un anno di lavoro di questo governo emergono elementi di difficoltà anche con larghi settori dell'opinione pubblica".

La politica arretra. Si sparge il capo di cenere. Sono tanti che - più o meno ipocritamente - recitano il mea culpa. Tanti: tranne uno.

A commentare le parole - durissime - pronunciate dal magistrato Luciana Savagnone all'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti sono davvero in pochi. Tra questi, i grillini tornano ad invocare il "tutti a casa", ma l'ex capogruppo Pd incalza la magistratura: "Faccia i nomi".

'Spese pazze' all'Ars, tocca all'ex capogruppo che si è difeso davanti ai pm: "Certo, non posso negare di avere comprato l'acqua...".

Segretario regionale e capogruppo dei democratici all'Ars si sono visti nelle stanze del gruppo a Palazzo dei Normanni, poi la riunione con i parlamentari: al centro dell'incontro la strategia per portare a termine la riforma delle Province e il "nuovo patto" di governo.

Alla fine di un vertice terminato nel cuore della notte, la maggioranza trova un accordo sul ddl da discutere a Sala d'Ercole: si parte da 9 Consorzi, ma potranno nascerne altri. L'assemblea del nuovo ente sarà aperta anche ai consiglieri comunali.

La legge di dismissione delle province è stata incardinata in aula, ma le proteste dell'opposizione hanno fatto saltare l'avvio della discussione. Il presidente Crocetta, però, si appella a tutti i deputati: "Sono aperto ad una discussione politica, troviamo un'intesa larga e approviamo la legge". Ma Musumeci è fermo: "Sull'elezione diretta non torniamo indietro di un centimentro, va mantenuta".

"Non credo sia utile un vertice immediato, credo invece che serva il tempo per prepararci a un profondo ragionamento sulla necessità di dare un nuovo slancio al governo regionale".

Si parte da nove liberi consorzi e tre città metropolitane: la riforma dell'ente intermedio è pronta per il vaglio di Sala d'Ercole, ma all'opposizione la legge non piace. E i grillini attaccano: "Altro che riforma epocale, questo è un brodino".

In commissione Affari istituzionali approvati gli articoli che riguardano Palermo, Catania e Messina. Crocetta insiste: "Non si può fissare un limite ai liberi consorzi". Ma Cracolici conferma: "I nuovi enti saranno nove". Polemiche sulle modalità di elezione degli organi. L'opposizione chiede che a votare siano i cittadini: "Altrimenti sarà battaglia".

Ennesimo nulla di fatto in commissione: i liberi consorzi sono ancora un miraggio. La maggioranza vuole limitarli, il governo no. E in commissione si cerca la sintesi.

Il capogruppo del M5S e l'inchiesta sui rimborsi all'Ars: "Lasciare i propri incarichi istituzionali sarebbe un atto di rispetto nei confronti del Parlamento e dei cittadini". Stessa richiesta viene formulata anche ai presidenti di commissione finiti sotto indagine: Cracolici, Dina, Digiacomo e Marziano. Stoccata per Crocetta: "Il governo non ha maggioranza".

Lupo ribatte al governatore: "Nessuno strumentalizzi l'indagine sull'Ars". Cresce il malcontento nel partito, che insiste sul rimpasto. Oggi il governatore incontrerà il gruppo. Poi la direzione in vista del congresso del 16 febbraio.

Il deputato Pd: "Non so a chi si riferisse Crocetta, ma non sono interessato a far parte dell'esecutivo".  E sulle polemiche che hanno investito anche Davide Faraone: "E' dentro un'indegna campagna mediatica. Ma c'è  sempre qualcuno più puro di te, che ti taglia la testa, occorre prudenza...".