Il questore ha deciso la revoca, in quanto sarebbero emersi a carico del titolare e dei gestori del locale ''rilevanti responsabilità in ordine alla gestione del servizio di sicurezza del locale".

Mauro, figlio del boss della Kalsa Nino Scintilluni, aveva ottenuto il benestare da Nicola Milano e Tommaso Di Giovanni per favorire la richiesta dell'ex capitano del Palermo. Nelle conversazioni intercettate si fa riferimento anche ad Alessandro D'Ambrogio.

Marcello Savona, che abita in piazza Santissimi Quaranta Martiri alla Guilla, racconta di essere stato aggredito tre volte in pochi mesi dai gestori del locale. "Avevo chiesto per l'ennesima volta di spegnere gli amplificatori, erano le tre di notte". Dopo i calci e i pugni, è finito anche in ospedale.

Più di venti esposti al mese da parte di chi abita nella zona che, esasperato, racconta l'ennesima notte insonne passata sabato scorso: "Una discoteca all'aperto con duemila persone tra i ruderi delle palazzine". La polizia municipale: "Aumenteremo i controlli".

L'esponente del Pd in Consiglio comunale invia una lettera al Segretario generale del Comune e al presidente della Commissione di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo: “I residenti si sentono beffati, il caso non è per nulla risolto nonostante gli annunci”.

La Polizia Municipale, insieme ai tecnici dell'Arpa ha infatti erffettuato alcuni controlli e misurazioni delle emissioni sonore, verificando come i limiti imposti dalla legge siano stati superati.

Continua la lotta di alcuni abitanti della zona contro la discoteca che, a loro dire, non rispettebbe gli orari e passerebbero musica fino a tardi. E intanto sembra che i gestori dei locali stiano correndo ai ripari in vista della commissione di domani.

Alla celebrazione eucaristica, officiata da padre Michele Pertini, saranno presenti anche i genitori del ragazzo ucciso durante una rissa in discoteca.

A raccontare la drammatica serata, una minorenne. La polizia ha arrestato due ragazzi che prima di accompagnare la giovane a casa avrebbero abusato di lei in auto.

Il giudice per le indagini preliminari convalida il fermo del 17enne dello Zen con l'accusa di "omicidio volontario aggravato dai futili motivi" e assegna ai carabinieri un mese di tempo per indagare sui dubbi emersi durante la sua confessione. Ecco i tre punti oscuri sulla morte del giovane in discoteca.

Sarebbero gli addetti alla sicurezza parallela. Buttafuori pagati in nero per controllare chi vive nel loro stesso quartiere e cerca di imbucarsi in discoteca.

I carabinieri sono andati a casa a cercarlo per ascoltarlo, ma di lui non ci sarebbe traccia. Secondo alcuni testimoni, saprebbe cosa è accaduto all'interno del locale notturno nella folle notte costata la vita al giovane medico.