Le indagini nascono da denunce presentate da alcuni commercianti catanesi che, supportati da una locale associazione antiracket, hanno deciso di raccontare le prevaricazioni che subivano ormai da diversi anni ad opera di alcuni “strozzini”. I NOMI DEGLI ARRESTATI 

Interrogatori in carcere per Maurizio De Santis, il figlio Giovanni e la moglie Rita Salerno. Respingono l'accusa di avere estorto 200 mila euro a due imprenditori di Termini Imerese.

I pregiudicati erano entrati in possesso di un cellulare che volevano restituire con la tecnica del 'cavallo di ritorno'. All'appuntamento in un bar della Noce hanno però trovato ad aspettarli oltre all'agente anche diversi poliziotti.

All'ex parlamentare è contestata l'aggravante dalla finalità camorristica.

Il titolare denunciò di essere stato costretto a pagare 28 mila euro. Condannati il presunto estorsore e due parenti della vittima indicati come i mediatori della "messa a posto".

Le accuse sono estorsione e arresto di persona.

Il pubblico ministero Caterina Malagoli ha chiesto la condanna a sette anni di carcere per Antonino Ciresi, e sei anni ciascuno per Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia. Le accuse sono tentativo di estorsione, minacce e danneggiamenti ai danni dello chef Natale Giunta.

I due, assolti "perché il fatto non sussiste", erano imputati per avere chiesto il pizzo al titolare di un vivaio a Palermo nel 2010.

Di Laura Distefano - Secondo capitolo dell'inchiesta Money Lender che portò dietro le sbarre i Bosco per estorsione e usura.

Vincenzo Rao, figlio di Giovanni, accusato dallo chef: "Mio padre è innocente. Giunta vuole solo farsi pubblicità".

Lo chef antimafia ha ribadito di avere incontrato due volte Maurizio Lucchese, una al suo ristorante di via Enrico Albanese, l'altra in via Siracusa. Dopo la chiusura del faccia a faccia è stato riascoltato un altro degli imputati, Giovanni Rao. Fuori dall'aula i suoi parenti hanno dato vita al caos.

Dopo la decisione dei giudici che dispone il confronto in aula con Maurizio Lucchese, uno dei presunti estorsori dello chef, Giunta dice di essere "stanco di saltare da un'aula di giustizia all'altra". E durante il suo sfogo precisa: "Sono io la vittima, non il colpevole. E' un percorso infinito che scoraggia chi vuole denunciare".

Secondo l'accusa i due fratelli, originari di Vittoria, da più di due anni mettevano in atto intimidazioni e violenze a scopo estorsivo nei confronti di sacerdoti titolari di 14 parrocchie del paese del Ragusano.