PALERMO – Quel Piano non era piaciuto a nessuno, fin da subito. E infatti, verrà ritirato. La bozza del Piano di razionalizzazione della rete ospedaliera verrà rinviata alle Asp ed alle Aziende ospedaliere di competenza per la correzione degli errori riscontrati. Lo hanno concordato il presidente della commissione sanità all’Ars, Pippo Digiacomo e l’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino. La bozza avrebbe presentato delle incongruenze che dovranno essere corrette. “ Ci è sembrato un atto opportuno – ha detto il presidente della commissione Pippo Digacomo – il documento presentava troppi elementi inspiegabili che era necessario correggere per evitare di seminare il panico”.
Ma al di là della diplomazia e degli aspetti puramente “formali”, la diffusione delle notizie sui tagli a circa 1.500 posti letto e sugli accorpamenti tra ospedali aveva scontentato praticamente tutti. Sia all’interno della maggioranza che dell’opposizione. Fin da subito, molto duro il commento di Articolo 4: “Il nuovo piano sanitario regionale presentato in VI Commissione – ha detto Totò Cascio – appare improvvisato e completamente scollegato dal territorio. Si registra un accentramento dei servizi nelle città metropolitane ed aree limitrofe e si sguarniscono del tutto le periferie azzerando, tendenzialmente, i servizi nel territorio. Non si comprende – ha aggiunto Cascio – come è possibile che nel rimodulare i posti letto non si tenga conto del reale indice di utilizzo e specializzazione delle strutture ospedaliere”.
Ma “freddini” erano astati altri alleati del governo Crocetta, i deputati Democratici e riformisti: “Prendiamo atto – hanno dichiarat Beppe Picciolo e Salvo Lo Giudice che oggi in commissione Sanità circolava informalmente una bozza del documento sul riordino della rete ospedaliera in Sicilia. Ci sembra a primo acchito che questa sia solo una stesura non definitiva e, quindi, anche migliorabile. Siamo certi che sul riordino l’assessore Borsellino avvii un confronto con i componenti della commissione VI affinchè si possa tenere conto delle reali esigenze dei territori”.
E scontenti, ovviamente, anche i gruppi di opposizione: “Chiediamo una rimodulazione – ha detto il capogruppo del Pdl all’Ars Nino D’Asero – della …rimodulazione dei posti letto in Sicilia. E lo chiediamo insieme a una più attenta analisi dei territori interessati e dei bisogni dei loro cittadini, non esclusa la densità abitativa. Nella provincia di Catania, questo sistema improntato al taglio incondizionato ed estremamente penalizzante per la stessa salute pubblica, si stia rivelando in assoluto il più pesante e nocivo”. E i tagli nella provincia etnea erano stati già sottolineati dall’altro deputato Pdl (ma di area “Forza Italia”) Marco Falcone: “Non vorrei – ha detto ieri il deputato – che il decreto di riordino della rete ospedaliera in Sicilia si trasformi in una ulteriore mannaia per il diritto alla salute dei siciliani e specificatamente per i cittadini della provincia di Catania che pagherebbero un prezzo troppo alto in termini di tagli di posti letto e più in generale di LEA, livelli essenziali di assistenza”. Intanto, quel Piano torna nei cassetti. Verranno “corretti gli errori”, certo. Ma nessuno, nel frattempo, probabilmente, lo rimpiangerà.
*Aggiornamento ore 21.42
“La proposta del piano di rimodulazione della rete ospedaliera è stata trasmessa alla giunta e alla commissione sanità per una prima discussione e analisi preliminare: si tratta di una proposta oggetto di confronto con le aziende sanitarie cui è stata sottoposta integralmente per ulteriori osservazioni”. E’ quanto afferma l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino. “Come tutti gli atti di programmazione che si connotano per complessità e per la molteplicità degli interessi pubblici coinvolti considero il confronto nelle sedi e a tutti i livelli istituzionali doveroso e funzionale alla migliore definizione dell’assetto finale in una logica di piena condivisione”.