'Tangenti al Cas', tutti a giudizio | Assolto l'avvocato Polizzotto - Live Sicilia

‘Tangenti al Cas’, tutti a giudizio | Assolto l’avvocato Polizzotto

L'autostrada Siracusa-Gela e le presunte bustarelle. La decisione del Gip.

PALERMO- Tutti rinviati a giudizio tranne l’avvocato Stefano Polizzotto, l’unico ad avere scelto il rito abbreviato, che è stato assolto “per non avere commesso il fatto”. Il processo davanti a giudice per l’udienza preliminare Eugenio Fiorentino riguardava le presunte tangenti pagate per i lavori di realizzazione di tre lotti dell’autostrada Siracusa-Gela.

Si dovranno presentare in Tribunale il prossimo novembre Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione della Condotte spa, impresa italiana leader nel settore delle costruzioni, il vice presidente presidente del Consorzio autostrade siciliane Antonino Gazzarra, il direttore generale pro-tempore del Cas Maurizio Trainiti, il presidente del consiglio di amministrazione della Cosige Scarl Antonio D’Andrea, il funzionario del Cas Gaspare Sceusa, i componenti della commissione che avrebbe dovuto verificare la congruità delle offerte per l’affidamento delle opere: Pietro Mandanici, Sebastiano Sudano, Antonino Recupero e Corrado Magro. Il finanziere Nicola Armonium ha patteggiato una condanna a due anni.

L’indagine nasceva da una segnalazione alla Procura della città dello Stretto da parte del Tar, a cui avevano fatto ricorso le ditte escluse dalla gara di affidamento dei lavori. Polizzotto, ex capo della segreteria tecnica dell’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, rispondeva di corruzione a abuso d’ufficio. Nel mega-appalto da circa 300 milioni di euro del Consorzio autostrade siciliano, secondo l’accusa, aveva intascato tangenti mascherate da incarichi legali. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a tre anni e nove mesi di carcere, ma è arrivata l’assoluzione piena.

Già il Riesame lo aveva scarcerato dopo otto giorni ai domiciliari e dieci sottoposto all’obbligo di dimora. I suoi legali, gli avvocati Vincenzo Lo Re e Rosa Garofalo, hanno fatto acquisire agli atti la prova che Polizzotto aveva davvero svolto gli incarichi. E così si parò di “lavoro vero” ed “estraneità ai giochi corruttivi”. Accuse che, invece hanno retto per tutti gli altri imputati.

Spregiudicatezza e organizzazione a delinquere: così il Gip di Messina, che aveva fatto scattare il blitz descriveva il contesto dell’inchiesta. “Una delle cose che più colpisce – scriveva il giudice nella misura cautelare – è la creazione di un fondo, con i soldi pubblici degli appalti, per consulenze e contatti, una riserva per tangenti e corrompere funzionari alla luce del sole e, ancor di più, che tale fondo sia stato autorizzato dall’amministrazione pubblica e come un subappalto, con un tasso di illegalità neanche facilmente immaginabile”.


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