CATANIA – Aumenti iniqui che contribuiranno a mettere ancora più in ginocchio i catanesi. Promettono battaglia, oggi pomeriggio in consiglio comunale, i rappresentanti dell’opposizione che annunciano una pioggia di emendamenti per mitigare quella che definiscono una “stangata” vera e propria l’aumento della tariffa sullo smaltimento dei rifiuti. Una necessità, hanno affermato più di una volta i rappresentanti dell’amministrazione, dovuta a quanto prescritto dal Piano di rientro del debito approvato al termine della scorsa consiliatura – oltre al fatto che la legge obbliga a coprire l’intero costo del servizio con la tassazione – ma che sta creando notevoli imbarazzi in chi, oggi pomeriggio a Palazzo degli Elefanti, dovrà votarli gli aumenti. la decisione, infatti, si abbatteranno praticamente su tutte le categorie: cittadini, imprese, esercizi commerciali e anche attività di vendita ambulante, con previsioni che fanno gridare i allo scandalo le opposizioni che annunciano il voto contrario.
Servirà dunque tutta la forza numerica della maggioranza, che dovrà presentarsi in massa per evitare di soccombere nel caso di voto contrario o di abbandono dell’aula da parte degli oppositori al sindaco Bianco. “Non c’è alcun dubbio che voteremo no agli aumenti previsti dalla delibera – afferma Manlio Messina, di Area Centrodestra a LivesiciliaCatania. Stiamo preparando numerosi emendamenti per capire quali margini di miglioramento ci possano essere per mitigare le tariffe contenute in un atto che, se approvato così come è, contribuirà ad aggravare la situazione economica dei catanesi e dell’economia della città. Ci sono categorie che non potranno affrontare questa spesa” – aggiunge.
Per Messina, la cosa maggiormente inaccetabile consiste nel fatto che, a fronte di continui aumenti sul costo dell’appalto della nettezza urbana, Catania si trovi con un sistema che non funziona. “Il problema rimane non tanto l’aumento della tariffa – continua Messina – ma il fatto che non è stato avviato alcun percorso che potesse, in questi anni, portare a qualche risparmio o a un miglioramento del servizio in generale”. Punto di vista, questo, condiviso dagli altri esponenti dell’opposizione in Consiglio, che denunciano anche la volontà, da parte della maggioranza, di nascondere alla città le decisioni impopolari, oscurando la diretta televisiva dei lavori d’aula.
“Sarò categorico riguardo tre aspetti in particolare – incalza Carmelo Coppolino di Grande Catania. Innanzitutto – afferma – farò in modo che la diretta televisiva non venga interrotta come la scorsa volta” – quando ad essere votato è stato il regolamento della Tares n.d.r.. Coppolino fa riferimento alla richiesta, poi accolta, avanzata dal consigliere di maggioranza Lanfranco Zappalà, di interrompere la diretta tv per evitare dispendio di soldi, dal momento che il dibattito si annunciava lungo. “Un escamotage – accusa Coppolino – per nascondere ai propri elettori quello che stavano decidendo. Questa delibera – prosegue – la pagheranno i cittadini ed è giusto che sappiano chi deciderà di mettere, ancora una volta, le mani nelle loro tasche”.
Quella in nome della trasparenza non è l’unica battaglia che annuncia Coppolino. “Chiederò che, se aumenti ci devono essere, questi debbano servire non solo a coprire i 71.250.000 euro di costo del servizio, ma che vengano utilizzati per permettere alcuni miglioramenti, evitando così aumenti per il prossimo anno”. Un aspetto su cui si sofferma anche il collega di schieramento Andrea Barresi che propone alcune soluzioni per fare in modo che, un aumento necessario si trasformi anche in un’opportunità. Soprattutto in relazione ai lavoratori esclusi dall’appalto.
“Non possiamo condividere la scelta dell’amministrazione di aumentare la Tares – spiega Barresi – soprattutto perchè gli aumenti non produrranno effetti, se non quelli di coprire interamente l’enorme costo del servizio. L’aumento che ci troveremo a votare oggi – aggiunge – deriva anche dal tipo di contratto che il Comune ha firmato con il raggruppamento temporaneo di imprese Ipi – Oikos. Propongo allora di rivisitare questo atto e fare in modo che, il costo maggiore del servizio venga in parte utilizzato per assumere nuovo personale per fare partire un servizio in più come la raccolta porta a porta”.
Una proposta verso la quale, per quanto di difficile attuazione – cambiare in corsa un contratto quinquennale, che arriverà a scadenza solo nel 2016 non sembra opera facile – sembrerebbe orientata la stessa amministrazione comunale che, per bocca dell’assessore all’Ambiente Rosario D’Agata, ha più volte amnmesso la necessità di riparlare di raccolta porta a porta in città, eche, stando alle parole delll’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando, sembrerebbe intenzionata a intervenire sull’appalto. “L’aumento è anche colpa del sistema che non funziona – ammette Girlando – nato già vecchio e non efficace. Il contratto è valido fino al 2016 – continua – ma stiamo lavorando a una risoluzione concordata”.
Intanto, però, il contratto rimane in piedi e, per il prossimo anno, la spazzatura, nella città con la più alta tariffa d’Italia, costerà di più. Il 9,5 per cento.