PALERMO – La Rap batte cassa col Comune e, se da un lato tenta di risparmiare sugli impianti di Bellolampo e sul Tmb, dall’altro chiede di rivedere la Tari, ossia la tassa sui rifiuti. La partecipata guidata da Giuseppe Norata sta provando a risollevarsi, ma soprattutto sta facendo i conti con i suoi bilanci che sono ancora in perdita: una situazione delicata, aggravata dalla richiesta del sindaco Orlando di stralciare i disallineamenti. Una partita che deve tenere insieme la stabilità finanziaria della società, ma anche la garanzia dei servizi in una città reduce da una vera e propria emergenza.
Ieri Norata è stato il protagonista di un’audizione in commissione Bilancio di Sala delle Lapidi, da cui emerge il ritratto di una società in bilico tra i problemi del passato e i tentativi di rilancio per il futuro. “Ad agosto abbiamo fatto un intervento eccezionale, effettuando oltre mille interventi sugli ingombranti in strada – ha spiegato l’amministratore unico – In più garantiamo il ritiro gratuito di cinque ingombranti, contro i tre del passato. Il tutto senza un centesimo di spesa in più”.
Il nuovo corso promette bene e Norata sembra avere le idee chiare, nonostante i soliti problemi: se gli operai eliminano una discarica abusiva di notte, l’indomani mattina ne trovano un’altra nello stesso punto. Ma, nonostante questo, l’azienda ha illustrato progetti su progetti. Oltre all’isola ecologica di viale dei Picciotti, dovrebbe nascerne una nuova a piazzetta della Pace collegata al nuovo step del porta al porta. Le biocelle del Tmb di Bellolampo dovrebbero iniziare già a settembre a trattare l’organico da differenziata, il che consentirà di risparmiare un milione l’anno, con un impianto mobile aggiuntivo per poter effettuare la manutenzione su quello costruito un anno e mezzo fa. E ancora 60 nuovi mezzi a metano in fase di immatricolazione grazie ai fondi europei, otto mini-compattatori a noleggio, per non parlare di due impianti già pronti in discarica ma mai entrati in funzione. Il primo è di tipo fotovoltaico, fermo per la mancanza di un’autorizzazione: consentirebbe di alimentare il Tmb grazie al sole, senza pagare 80 mila euro al mese di bolletta; il secondo è quello del percolato che, se messo a punto con una spesa di 600 mila euro, farebbe risparmiare due milioni l’anno.
Piccoli segnali di ripresa, economie che consentirebbero di ridare fiato alle casse ma che da soli non bastano. Già, perché i problemi sono tanti: l’impianto di Partanna per il secco è entrato nel fallimento Amia, le piogge torrenziali di questi giorni hanno creato un eccesso di percolato che alla Rap è costato un milione, il Tmb non è nemmeno nel contratto di servizio, inoltre va inserita in contratto la tariffa per i rifiuti prodotti dalla città. In pratica i palermitani non pagano per scaricare a Bellolampo, contrariamente a quanto accade per il resto dei Comuni: una situazione anomala, visto che un costo (anche simbolico) andrebbe inserito.
La questione più delicata, però, riguarda il bilancio e un contratto di servizio inadeguato. Secondo i numeri del consuntivo 2017 del Comune, l’anno scorso Palazzo delle Aquile ha dato alla Rap 127,2 milioni di euro di cui 110,6 per i rifiuti e 12 per la manutenzione strade: soldi che però non bastano, visto che le relazioni trimestrali continuano a essere in rosso. I motivi sono diversi. Sala delle Lapidi, per esempio, ha continuato a tagliare la Tari, ossia la tassa che, per legge, deve da sola finanziare l’intero ciclo dei rifiuti, nonostante il disaccordo dell’azienda. Nel contratto non c’è il Tmb, che ha costi non indifferenti, e il fatto che i Comuni della provincia non vadano più a Bellolampo ha comportato minori introiti. Per non parlare della manutenzione strade: in teoria Rap dovrebbe fatturare ogni anno 14 milioni, ma si ferma sempre al di sotto della soglia anche a causa di mezzi insufficienti.
C’è poi la questione disallineamenti: per il 2016 ne rimangono 5,8 milioni di euro che, nel 2017, sono addirittura aumentati a 8,3. Peccato che la Rap, di queste ulteriori somme, dica di non sapere nulla, nonostante il consuntivo 2017 del Comune sia stato già approvato dalla giunta e sia all’esame dei Revisori. Ma il nodo cruciale restano i primi 5,8 milioni.
“Dobbiamo tenere inconsiderazione anche le prescrizioni della Corte dei Conti” ha detto Norata alla commissione, riferendosi all’ultima sentenza sui consuntivi 2015 e 2016 che ha puntato il dito contro la decisione del Comune di stralciare, in modo unilaterale, le somme. Il problema di Rap, infatti, è che un bilancio in perdita la metterebbe in difficoltà con le banche ma anche con l’accesso ai fondi europei; inoltre, dicono dall’azienda, si tratta di costi già certificati dagli uffici e dal collegio sindacale che hanno affermato che i bilanci del passato erano veritieri. Da qui l’idea di una possibile transazione, una trattativa col Comune, che però non è quello che aveva chiesto Orlando secondo cui, addirittura, il rapporto fiduciario coi nuovi amministratori (Norata, ma anche Cimino) passerebbe proprio dallo stralcio dei disallineamenti. “La responsabilità per il passato non è mia”, ha detto in commissione il numero uno di Rap che vorrebbe evitare di chiudere più bilanci in perdita.
“Chiudiamo almeno in pareggio”, è stata la richiesta dell’amministratore che, come detto, deve fare i conti anche con la manutenzione strade: un servizio anti-economico in partenza e che la società riesce a rendere a fatica. “Non è il core business di Rap, che è invece quello di raccogliere rifiuti”, ha spiegato l’amministratore unico che farebbe a meno di un servizio così in perdita e che, se ceduto ad altri, consentirebbe di recuperare personale.
Ma la richiesta più delicata è quella del possibile aumento della Tari, che la Rap chiede in realtà da tempo ma che solo ieri è stata ufficializzata: solo alzando la tariffa, e quindi la tassa a carico dei palermitani, si potranno coprire i costi della raccolta dei rifiuti.
“Apprezzo le dichiarazioni di Norata perché, anche rispetto all’atteggiamento spesso reticente dell’amministrazione, ha avuto il coraggio e la trasparenza di rappresentare la situazione reale della Rap e di affermare che sarebbe necessario un aumento delle tariffe Tari per garantire i servizi e la stabilità dei conti – dice il capogruppo dei Cinque Stelle, Ugo Forello – Purtroppo, nonostante i suoi buoni propositi, temiamo che sia troppo tardi per la Rap. La società ha registrato circa sei milioni di perdite nel primo semestre 2018, la raccolta differenziata nelle zone 1 e 2 e lo spazzamento della città, oltre ad essere carenti, non sono più economicamente sostenibili, così come ormai insostenibile per l’azienda è la manutenzione delle strade. La mancanza di un piano industriale e il deterioramento della governance della Rap, abbandonata per mesi al suo destino da parte dell’amministrazione comunale, rendono la situazione ancora più critica e delicata. In questo allarmante quadro si naviga a vista, con l’assenza di un’adeguata pianificazione e programmazione dei servizi pubblici locali e e di una necessaria messa in sicurezza economico-finanziaria della società partecipata”.
“Abbiamo avuto la conferma che l’azienda continua a perdere un milione di euro al mese nel 2018 perché i costi sforano la copertura del contratto di servizio, contratto a cui il consiglio deve presto mettere mano – attacca Fabrizio Ferrandelli – Siamo già a 8 milioni circa di perdite e il trend è costante. Ancora da conciliare inoltre è la partita dai crediti che il sindaco non vuole riconoscere e sulla quale la Corte dei conti si è espressa chiaramente a favore delle controllate, che non possono subire decisioni unilaterali. Aspetto il piano industriale per vedere se si invertiranno i modelli gestionali, puntando su isole ecologiche e differenziata spinta, modernizzando i processi e attingendo anche al personale in capo alla Srr, o se ancora dovremmo assistere a questo sfacelo gestionale. Una cosa è certa: ai palermitani Orlando consegnerà a breve un aumento della Tari. Al danno della città sporca, si aggiungerà la beffa”.
E se le opposizioni gridano allo scandalo, la maggioranza tenta di gettare acqua sul fuoco. “Norata dimostra sin da subito di avere le idee chiare – dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd – In appena due settimane il numero degli interventi per la raccolta degli ingombranti ha infatti superato il migliaio, senza costi aggiuntivi per le casse comunali. La Rap, a cui chiediamo una profonda riorganizzazione del lavoro e il netto miglioramento dei servizi, ha però bisogno di essere sostenuta in questo sforzo e il consiglio comunale dovrà farsi trovare pronto, mettendo la società in condizione di funzionare al meglio nell’interesse dei cittadini”.
“Mi sembra strano che la Rap non abbia ricevuto alcuna notizia sui disallineamenti del 2017 – dice Tony Sala, capogruppo di Palermo 2022 – Non possiamo chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, ma vanno trovate soluzioni adeguate per salvaguardare l’azienda. Bene i nuovi mezzi e la messa in funzione degli impianti di Bellolampo, bisognerà invece discutere della manutenzione strade”.
Insomma la Rap si trova in una sorta di limbo, stretta tra i problemi del passato e una voglia di rilancio che però passa da investimenti e da un contratto più remunerativo. Perché se i costi di Bellolampo si potrebbero ammortizzare con la stessa discarica, grazie alle economie previste e magari aumentando la capacità del sito, il che consentirebbe di far tornare anche gli altri Comuni che pagherebbero per scaricare, i costi della raccolta e della differenziata andrebbero invece coperti con la Tari che, quindi, andrebbe aumentata.
A questo punto il pallino è nelle mani del sindaco, che dovrà decidere cosa fare: se allentare la stretta sui disallineamenti e allargare i cordoni della borsa, andando incontro alle richieste di Norata, o se puntare i piedi rischiando lo scontro anche coi partiti, visto che lo stesso copione potrebbe ripetersi con Amat.