Cambia città, ma la Tari lo insegue | Quando il fisco fa corto circuito - Live Sicilia

Cambia città, ma la Tari lo insegue | Quando il fisco fa corto circuito

L'odissea di un lettore (ma non è il solo) caduto nella trappola della burocrazia.

PALERMO – Continuare a pagare la tassa per i rifiuti urbani anche dopo avere lasciato da anni la città: è la richiesta del Comune di Palermo ad alcuni cittadini, che dopo aver lasciato le proprie abitazioni in affitto e avere regolarizzato la propria posizione hanno continuato a ricevere avvisi per il pagamento della Tari arretrata. Una richiesta che, sostiene l’assessore comunale al Bilancio Antonio Gentile, dipende “dalla grande mole di pratiche Tari aperte negli ultimi mesi e dai ritardi nell’aggiornamento del database informatico”.

Nel corso dello scorso ottobre sono stati emessi dal Comune più 250mila avvisi per omesso pagamento della Tari. Tra questi, ci segnalano dicersi lettori, molti riguardavano case in affitto non più occupate, come ad esempio quella del signor M., che ha vissuto in un appartamento in affitto fino al 2011 per poi lasciare Palermo e trasferirsi a Roma. Quell’anno M. si dimentica di comunicare agli uffici comunali il proprio spostamento, e continua a ricevere notifiche con cui il comune gli chiede il pagamento della tassa per i rifiuti. Tasse che M. paga fino al 2015, quando comunica la cessazione delle utenze e il cambio di residenza. In quell’occasione il nostro lettore ottiene dall’ufficio protocollo dell’Area bilancio e risorse finanziarie una ricevuta in cui si attesta l’avvenuta comunicazione tra l’utente e gli uffici comunali. Il documento certifica anche il diritto al “rimborso anni dal 2011 al 2015” della tassa sui rifiuti, che M. ha pagato pur non vivendo più nella casa che aveva affittato a Palermo.

La ricevuta dell’ufficio comunale, però, non è servita a chiudere la pratica. A ottobre di quest’anno il nostro lettore ha ricevuto diverse lettere da parte del Settore bilancio tributi, servizio Tari, in cui gli viene chiesto di mettersi in regola con i tributi del 2017 e viene avvisato di non aver pagato la Tari per il 2013, 2014 e 2016, per una cifra totale che supera i mille euro. Anni in cui M. non solo si era spostato a Roma ma aveva anche pagato dei tributi Tari che dovevano essergli rimborsati, come avevano certificato gli uffici comunali di via Ausonia.

“Il numero di pratiche aperte è grande, e non tutte sono digitalizzate”: Gentile non nega la possibilità di errori ma li attribuisce alla grande mole di comunicazioni sulla Tari, e al fatto che gli utenti usano poco il sistema di gestione digitale dei tributi. “A ottobre sono state spedite 300 mila lettere per il pagamento della Tari 2017 – dice Gentile – e a queste si sommano 260 mila accertamenti per omesso pagamento. Sono quasi 600 mila atti, e su questi si possono verificare delle code o delle discrasie, dato che questo è un momento eccezionale per l’ufficio tributi”.

Il problema, per Gentile, è anche l’aggiornamento della banca dati dei tributi: “Quando vengono mandati gli accertamenti viene segnalata la possibilità di attivare il Cassetto tributi, che evita al cittadino code agli sportelli e l’utilizzo di moduli cartacei. Il vantaggio di usare questa opzione è che il sistema acquisisce automaticamente ogni dato e li salva nella banca dati, senza passaggi intermedi da operatore”. Gli atti cartacei invece devono essere caricati da un operatore, rallentando il sistema, e il cartaceo è ancora il metodo preferito dai palermitani: “L’opzione del Cassetto tributi – dice Gentile – è stata scelta solo da diecimila cittadini, un numero irrisorio a fronte del numero di pratiche da gestire. Se tutti scelgono il cartaceo l’aggiornamento del sistema è più lento, perché i moduli e gli atti da caricare sono migliaia. In una situazione come questa è statisticamente probabile che possano verificarsi disservizi”.

I cittadini in regola con i pagamenti non devono comunque preoccuparsi, sottolinea ancora l’assessore al Bilancio: “Il lettore che ha lasciato la casa in affitto e ha ricevuto gli avvisi di omesso pagamento non deve pagare. Il consiglio è di accedere al Cassetto tributi e aggiornare il sistema, ma avendo pagato non deve temere nulla”.

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