PALERMO, – “La tecnologia sta consentendo di rendere più equo e giusto il fisco nei confronti di chi commette dei piccoli errori nelle dichiarazioni dei redditi e stanare e rendere la vita più difficile agli evasori che sono il vero cancro della nostra società”. Lo dice Pasquale Stellacci, 58 anni, da tre anni e mezzo direttore dell’agenzia delle Entrate in Sicilia. In questi anni è stata riorganizzata l’attività degli uffici, sono state aperte inchieste a carico di alcuni dipendenti accusati di aver preso tangenti ed è stata avviata una stretta collaborazione con le procure di mezza Sicilia per stanare società cartiere e sottrazioni fraudolente dei pagamenti di imposta. “Abbiamo dei protocolli con le procure di Catania, Agrigento, Enna, Ragusa e Messina. Stiamo lavorando anche per sottoscrivere protocolli con Palermo e Trapani – spiega Stellacci – Diverse inchieste hanno avuto un input dall’ufficio antifrodi dell’Agenzia. Sono tutte azioni tese a fare emergere l’evasione e le truffe ai danni dello Stato. Come i mancati versamenti dell’Iva che danno la possibilità a società che truffano di drogare il mercato. Con la fatturazione elettronica e adesso lo scontrino fiscale con annessa la lotteria gratta e vinci, come è già stata sperimentata in Portogallo, sarà favorita l’emersione. Bisogna proseguire con i sistemi che vanno verso la trasparenza e la tracciabilità dei movimenti di denaro grazie ai quali si dà un duro colpo al nero”. I risultati del lavoro svolto in questi anni stanno nei numeri. Relativamente al controllo, il riscosso per la Sicilia nel 2018 è stato di 543.849.236 euro; l’obiettivo assegnato era di 462.000.000 euro. In questa speciale classifica la Sicilia è al primo posto per grado di conseguimento dello scopo complessivo. Un buon risultato anche nel contrasto all’elusione. “Come agenzia delle Entrate ci siamo costituiti anche in giudizio davanti alla commissione tributaria, soprattutto in alcune cause molto importanti che vedevano il tentativo di non pagare il dovuto al fisco – afferma Stellacci – Nei ricorsi dove ci siamo presentati a difendere il lavoro svolto dagli uffici abbiamo sempre vinto. Una strategia vincente che dimostra che gli impiegati in Sicilia sono competenti e validi. Un modo anche questo per dimostrare che il fisco è giusto e che l’azione perseguita è basata sul rispetto delle leggi dello Stato. Questo è quello che mi ha sempre spinto nel mio lavoro”. Un lavoro svolto anche nell’ottica di contenere le spese di gestione. “Ognuno deve svolgere il proprio lavoro. Sembra un paradosso ma qui, come in altre regioni, non lo è. Ad esempio ho applicato una penale consistente all’impresa che ha vinto l’appalto delle pulizie negli uffici dell’agenzia – continua Stellacci – siccome l’appalto era al massimo ribasso, il margine di utile era ridotto, il servizio non risultava adeguato. Ho fatto comprendere che non era questa la strada. Adesso il lavoro viene svolto. Io personalmente controllo che tutto sia perfettamente in ordine. E in quest’ottica ho portato qui nella sede centrale la Conservatoria che prima si trovava in viale Lazio risparmiando 200 mila euro ogni anno. Adesso sto cercando di portare qui il Catasto con un progetto che sta redigendo il provveditorato opere pubbliche. In questo caso il risparmio previsto sarà di 600 mila euro all’anno. La sede dell’ex palazzo del giornale L’Ora verrà chiusa e gli uffici, tra due mesi, si sposteranno in locali nuovi in via Albanese. Non è finita qui. Stiamo lavorando per consentire di avere un bene confiscato o un bene demaniale per realizzare una nuova sede centrale. Un modo questo per far risparmiare soldi allo Stato e quindi ai cittadini”.
I dati del direttore siciliano Pasquale Stellacci.
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