PALERMO – “L’intermediario della Serit sono io… e basta, non ce ne sono altri, non ce ne sono altri… quelli che gli presenterò io, sono i miei collaboratori, che si occuperanno…”. Cesare Pagano avrebbe voluto estendere il meccanismo illecito dal Comune di Palermo alla società che gestisce la riscossione dei tributi in città. O forse c’era già riuscito.
Gli investigatori hanno più di un sospetto in tal senso. E i sospetti arriverebbero da diverse indagini aperte dalla Procura della Repubblica. Pagano è uno dei quattro funzionari dell’ufficio Tarsu-Tares di piazza Giulio Cesare, a Palermo, finiti in manette la settimana scorsa. Avrebbero garantito, dietro il pagamento di mazzette, uno sconto sostanzioso ad alcuni imprenditori che dovevano pagare la tassa per lo smaltimento dei rifiuti. C’è chi è stato al gioco ed è finito agli arresti domiciliari. Altri, invece, hanno denunciato il meccanismo illecito.
Come il titolare di uno studio di consulenza a cui Pagano avrebbe proposto non solo uno sconto per se ma pure per i suoi clienti. “Le sto confidando queste cose… – gli spiegava Pagano – perché mi fa piacere….questo è un inizio, lavorare con lei in futuro… i suoi clienti… ma no lavorare qua, ormai queste sono fesserie, io voglio lavorare con lei, in Serit”.
In un altro passaggio era ancora più esplicito: “Poi lo aiuto io alla Serit”. Il suo sarebbe stato un mero ruolo fa intermediario: “Là neanche io ci entro diretto, io con lei sono diretto e vengo, là io le presento alle persone e se la vanno a discutere con loro”.
Dunque, qualcuno all’interno della Serit si sarebbe comportato alla stressa stregua dei presunti funzionari infedeli del Comune? Nelle carte del blitz che ha coinvolto quindici persone – fra impiegati, professionisti e imprenditori – c’è già il nome di un presunto gancio all’interno della società che gestisce la riscossione dei tributi. Ma potrebbe non essere il solo.
Sembrerebbe, dunque, essere destinata ad allargarsi in altri uffici l’indagine della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile partita da una denuncia e culminata in una registrazione. Una telecamera ha filmato Pagano che trattava con un imprenditore. Si erano già incontrati negli uffici comunali. Un primo ammiccamento, poi l’appuntamento a domicilio dove, nel frattempo, i poliziotti avevano piazzato la telecamera. Con i soldi “da pagare chiaramente in contanti, metà quando facciamo l’operazione e poi ci mettiamo d’accordo” l’imprenditore avrebbe ottenuto lo sconto sulla tassai. “Tutti gli avvisi passati vengono cancellati”, lo rassicurava il responsabile del servizio Tares-Tarsu dell’Ufficio tributi.