Teatro Massimo, ultima chiamata: Roma accelera per il sovrintendente - Live Sicilia

Teatro Massimo, ultima chiamata: Roma accelera per il sovrintendente

Le grandi manovre intorno alla sfida

PALERMO – La scadenza è fissata per la prossima settimana, anche se la partita è tutto fuorché chiusa. Il rinnovo del Consiglio di Indirizzo del Teatro Massimo di Palermo, e quindi anche del sovrintendente, si gioca sull’asse con Roma.

Il ministero della Cultura, guidato da Gennaro Sangiuliano, avrebbe scritto agli altri soci, ossia Regione e Comune, chiedendo di indicare i nomi per il Consiglio, provando ad accelerare un iter che è ancora alle battute iniziali.

Nodo del contendere è chi svolgerà il ruolo di sovrintendente: il sindaco Roberto Lagalla vorrebbe, com’è noto, confermare Marco Betta mentre il governatore Renato Schifani preferirebbe altro: magari un fedelissimo, con Andrea Peria Giaconia favorito, secondo i rumors.

Uno scontro in cui a fare da ago della bilancia sarà il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. La norma prevede infatti che, in assenza di privati (ed è il caso di Palermo), il Consiglio sia composto da cinque membri: uno è di diritto il sindaco che svolge anche le funzioni di presidente, uno a testa per Comune, Regione e dicastero e il quinto viene scelto da Roma sulla base di una terna concordata fra Palazzo d’Orleans e Palazzo delle Aquile.

Alcune voci di corridoio sostengono che Sangiuliano non vedrebbe di buon occhio la conferma di Betta, perché considerato uomo di un’altra epoca politica, e che l’obiettivo sarebbe comunque di portare a piazza Verdi Beatrice Venezi come direttore musicale.

Fratelli d’Italia al suo interno è divisa fra chi vorrebbe cambiare l’intera governance e chi invece preferirebbe mantenere Betta, così da non scontentare sindaco e sindacati.

Una divisione su cui punta Lagalla che, in queste ore, avrebbe confermato a porte chiuse di non avere alcuna intenzione di cedere. “È probabile che se ne parli ormai dopo Ferragosto – ragiona un big del centrodestra – anche se la consuetudine vuole che il sovrintendente sia scelto dal sindaco”.

Una consuetudine che il ministro sarebbe deciso a cambiare bruscamente, nell’ambito di un progetto più ampio che riguarda il mondo della lirica in Italia. Secondo “La Repubblica”, infatti, sarebbe pronto un decreto che, a livello nazionale, depotenzierebbe le figure dei sovrintendenti a favore dei consigli, in cui il ministero avrebbe un peso maggiorato.

Se Sangiuliano decidesse di fare asse con Schifani metterebbe in minoranza il Comune, provocando però una crisi nel centrodestra dagli esiti imprevedibili.


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