SAPONARA (MESSINA) – L’elettrodotto Sorgente-Rizziconi dovrebbe unire Sicilia e Calabria, ma alcuni comitati civici sono scesi in piazza contro Terna, il colosso europeo nella gestione di linee elettriche che sta realizzando l’opera, adesso bloccata dal sequestro di un traliccio effettuato dal tribunale di Messina. L’accusa – respinta al mittente da Terna- è “violazione delle norme di salvaguardia previste dal Piano paesaggistico”.
A portare l’elettrodotto in tribunale è stata l’associazione Mediterranea per la Natura, che ha puntato il dito contro il pilone numero 40, posizionato sul crinale di Monte Raunuso, area in cui sarebbero vigenti le norme del Piano paesaggistico. Secondo Carmelo Picciotto e Antonino La Rosa, legali dell’associazione, l’opera sarebbe “incompatibile” con la salvaguardia del territorio.
LA PROTESTA DELLE MAMME. Contro l’elettrodotto è nato il comitato delle “mamme per la vita”. Sotto accusa l’inquinamento elettromagnetico che potrebbe essere causato – secondo la protesta – dal passaggio dei cavi ad alta tensione “a poca distanza da scuole – hanno sottolineato quelli del comitato -, asili nido, impianti sportivi, abitazioni civili e terreni agricoli”.
RIVOLTA 2.0. Non solo striscioni e manifestazioni, la protesta di comitati e cittadini corre sul web. Le associazioni ambientaliste hanno costituito un coordinamento nazionale per lottare contro i nuovi elettrodotti, lo scopo è quello di “creare un fronte comune” contro Terna. I comitati puntano sul rispetto dell’articolo 9 della Costituzione, ovvero la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico.
LA REPLICA. “Cinque anni di iter autorizzativo, oltre 100 incontri e sopralluoghi e i pareri positivi di oltre 80 enti interessati non sono stati sufficienti per assicurare all’Italia e agli Italiani la realizzazione dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, una delle opere elettriche più importanti per il Paese”. Terna è sul piede di guerra e definisce il sequestro del traliccio di Saponara “un grave danno per i siciliani e gli italiani tutti, perché mette a rischio il sistema elettrico e lo sviluppo infrastrutturale ed economico del Paese”. Secondo il colosso delle linee elettriche il blocco dell’elettrodotto costerebbe alle famiglie, ogni anno, 600 milioni di euro. Senza quest’opera, il sistema elettrico siciliano sarebbe “a rischio blackout”.
ADDIO BENEFICI. Il completamento dell’elettrodotto comporterebbe, secondo Terna, “numerosi benefici”, tra i quali spicca “un piano di dismissioni di 87 km di vecchie linee, poste in vicinanza di 1.151 edifici, 636 dei quali nell’area a elevato rischio di crisi ambientale della Valle del Mela”. La procura di Messina, nel frattempo, continua a indagare sulle autorizzazioni che sono state rilasciate per la realizzazione dell’elettrodotto, gli sviluppi si attendono entro l’estate.