PALERMO – Regge solo l’accusa di rissa e non quella di omicidio in concorso. La Corte di Assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, ha condannato Filippo Mulè a 2 anni di carcere, contro i 22 chiesti dalla Procura di Palermo per il delitto di Paolo La Rosa. L’imputato era difeso dall’avvocato Raffaele Bonsignore.
All’imputato venivano contestate anche le aggravanti di aver agito per futili motivi e di aver commesso il fatto in presenza di minorenni. Il delitto avvenne la notte del 24 febbraio 2020 a Terrasini, davanti ad una discoteca in piazzetta Titì Consiglio. Paolo aveva solo 21 anni.
Un audio su Whatsapp ricostruì i fatti: “… arrivò sto Paolo La Rosa e andò ad acchiappare subito a Filippo… gli va a dare quattro pugni in faccia a Filippo… ha uscito quel coltello picciotti, gli ha tagliato la giugulare a giro a giro, due coltellate nella pancia”.
Quello a Mulè è uno dei tre tronconi del processo celebrati per il delitto. Sul caso è in corso un procedimento col rito ordinario a carico di Pietro Mulè, 23 anni anche lui di Cinisi, accusato di aver colpito con un coltello la vittima. In appello gli sono stati inflitti 23 anni e mezzo con il riconoscimento dei motivi “abietti e futili”. In primo grado invece gli erano stati comminati 16 anni. Si attende la decisione della Cassazione. Fu Mulè ad accoltellare La Rosa, all’uscita della discoteca “Millenium”, ma ha sempre detto di avere agito per difendersi. Una telecamera riprese gli ultimi istanti di vita del ragazzo.
Un altro processo si è svolto in abbreviato e si è già chiuso con la condanna definitiva per Rosario Namio, 22 anni di Cinisi. Per lui confermati in Cassazione la condanna a sei mesi per rissa aggravata, mentre in primo grado era stato assolto. I familiari di Paolo, che aveva soli 21 anni, erano parte civile con l’assistenza degli avvocati Massimo Motisi, Salvatore Palazzolo, Toni Palazzotto e Michele Palazzolo. Parte civile anche i Comune di Cinisi e Terrasini con l’assistenza dell’avvocato Liliana Giambanco. A tutti è stato riconosciuto il risarcimento dei danni.