CATANIA – “È una vicenda sconcertante, Catania e i catanesi non meritano tutto questo”. Lo dice Anthony Barbagallo, deputato regionale del PD, a proposito delle notizie relative all’inchiesta sul Catania Calcio. “Emerge uno scenario inquietante, che coinvolge il Catania ma che purtroppo sembra essere sempre più radicato nel sistema calcistico, a tutti i livelli. La magistratura e le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro importante e delicato, adesso è necessario accertare nel più breve tempo possibile la verità. Naturalmente – prosegue Barbagallo – per il bene della città, ci auguriamo che tutta la vicenda possa essere chiarita. Ma in ogni caso a questo punto una svolta pare indispensabile, per restituire a Catania una società calcistica degna della sua città e dei suoi tifosi”.
“L’inchiesta sul calcioscommesse coordinata dalla Dda di Catania, che ha portato all’arresto dei dirigenti del Catania Calcio, è un pugno allo stomaco: per una città che ha sperato fino alla fine nella ripartenza della propria squadra, per i tifosi che ancora credono nel calcio vero, sano. Sono sicuro che l’inchiesta dei magistrati catanesi farà piena luce sul coinvolgimento di Pulvirenti, Cosentino e Delli Carri, per il bene della società, dei tifosi, dei dipendenti e della nostra città. Certo, se dovessero essere accertate le responsabilità pesanti di cui si parla, Catania tutta subirà un grave danno. Seguiremo la vicenda da vicino, con un’attenzione particolare ai tanti lavoratori della squadra rossazzurra”. Lo afferma il parlamentare catanese del Partito Democratico, Giuseppe Berretta.
“Non c’è pace per il mondo del calcio italiano, con un nuovo gravissimo scandalo che vede coinvolte numerose partite di serie B, truccate e decise a tavolino. Una vicenda che dimostra come non esista alcuna forma di rispetto per i tifosi italiani del calcio, spremuti come limoni attraverso la vendita di biglietti e abbonamenti allo stadio, ma calpestati quando si tratta di pilotare incontri”. Lo afferma il Codacons, commentando l’operazione condotta dalla Procura che ha portato all’arresto dei dirigenti del Catania. “Presenteremo oggi stesso formale costituzione di parte offesa dinanzi la Procura di Catania, in rappresentanza della collettività danneggiata dai gravi reati contestati – spiega il Codacons – e abbiamo deciso di lanciare una azione risarcitoria in favore dei tifosi delle squadre coinvolte nello scandalo e di chi ha scommesso sulle partite incriminate. Sul sito www.codacons.it sarà infatti disponibile da oggi un modulo attraverso il quale tifosi e scommettitori potranno inserirsi nel procedimento aperto a Catania e chiedere di essere risarciti – in qualità di soggetti offesi – per i danni morali e patrimoniali subiti. Oltre alla buona fede tradita, infatti, i tifosi hanno sostenuto spese per seguire la propria squadra del cuore (abbonamenti o biglietti per lo stadio, acquisto partite in pay-tv, trasferte, ecc.) mentre gli scommettitori hanno puntato su partite secondo la Procura decise a tavolino. Soldi che ora dovranno essere restituiti dai soggetti responsabili di illeciti”.
“C’è una città che ha gioito, trepidato, sperato, per la sua squadra. C’è una città che adesso ha diritto di sapere, fino in fondo. L’inchiesta della Procura di Catania, i dettagli resi noti dal Procuratore Giovanni Salvi, lasciano allibiti ed è urgente adesso che si chiariscano fatti e responsabilità di ciascuna delle persone coinvolte. Gli arresti che riguardano la società Catania Calcio non possono, non devono però infangare un´intera città, i tifosi catanesi, il calcio. Adesso tocca alla magistratura fare luce su quanto è accaduto. Catania subisce l’ennesimo affronto, dopo aver già pagato, nel recente passato, un tributo altissimo per vicende che nulla hanno a che fare lo sport sano, leale, e non violento in cui i catanesi e i tifosi rossoazzurri devono continuare a credere, e a cui tutti noi abbiamo diritto”. Lo afferma Michela Giuffrida, deputato europeo del Pd.
“Quello che è accaduto nel calcio catanese impone una seria riflessione su una realtà che dovrebbe essere esempio valoriale per i giovani e non solo e invece, purtroppo, manifesta inquietanti zone d’ombra. Confidando nella celere azione della Magistratura che, siamo certi, farà chiarezza, facciamo assegnamento nelle forze sane della Città affinché abbiano una funzione di responsabilità nel riportare il calcio catanese all’interno di un percorso virtuoso di crescita sociale”. Così Marco Falcone e Nino D’Asero, rispettivamente Capigruppo di Forza Italia e Nuovo Centro Destra all’Ars.
“Ci attendiamo che altre squadre vengano coinvolte visto che la compravendita di una gara in questi casi prevede la correità – commentano Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI e Manfredi Zammataro, Segretario CODICI Sicilia -. La nostra Associazione si complimenta con la Procura di Catania per l’importante lavoro svolto e presenterà a breve un esposto per chiedere si faccia luce su tutti gli eventuali ed ulteriori profili di responsabilità. In caso di procedimento penale, ci costituiremo parte civile per chiedere il risarcimento del danno subito dai tanti abbonati e informiamo i tifosi che è a disposizione già da oggi uno sportello presso la nostra sede di Catania per fare richiesta di rimborso degli abbonamenti della stagione appena conclusa e per chiedere un risarcimento per il danno subito”. “Se le accuse fossero confermate, saremmo difronte al dato che il calcio è stato nuovamente oggetto di speculazioni economiche. Il nostro obiettivo è che i presunti colpevoli di frode risarciscano gli spettatori che ignari sperano in uno sport ancora pulito”.
“Nelle società sportive costituite nella forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata non dovrebbe essere consentito allo stesso soggetto, o comunque a soggetti a questo collegabili, l’intestazione di un numero di azioni o di quote che superi il 30 per cento del capitale sociale”. Nel giorno della bufera giudiziaria che si è abbattuta sul Catania calcio, Angelo Attaguile, parlamentare nazionale ma anche presidente onorario a vita del Calcio Catania, rilancia la proposta di legge di cui è primo firmatario insieme all’on. Giancarlo Giorgetti, depositata già da un anno alla Camera dei deputati, volta a modificare l’articolo 10 della legge 23 marzo 1981, n. 91, in materia di proprietà e organizzazione delle società sportive professionistiche. Una proposta di legge sottoscritta anche da tutti gli altri deputati della Lega Nord/Noi con Salvini.
Un sistema già adottato con successo da paesi come la Spagna e la Germania che consente peraltro una partecipazione responsabile della tifoseria nella gestione del club. “La nostra proposta di legge prevede peraltro che negli statuti delle società sportive – aggiunge l’on. Angelo Attaguile – debba essere previsto un organo consultivo, il cui parere è obbligatorio ma non vincolante, al quale sottoporre preventivamente i bilanci e al quale presentare il programma annuale della programmazione sportiva. Un organo formato da un minimo di 100 a un massimo di 1.000 persone elette ogni anno dagli abbonati alla società sportiva con sistema elettronico in base a un apposito regolamento approvato dal consiglio di amministrazione della stessa società. Un’ulteriore quota di membri, pari al 10 per cento di quelli elettivi, proponiamo venga nominata, per un periodo di tre anni, dal medesimo consiglio di amministrazione tra i dirigenti e gli atleti della società sportiva che si sono distinti per attaccamento ai colori sociali. L’organo consultivo potrà elegge a maggioranza tra i propri membri il presidente che può partecipare, in qualità di osservatore, alle riunioni degli organi sociali della società sportiva.
Il primo obiettivo – aggiunge l’on. Angelo Attaguile – è quello di garantire una maggiore responsabilizzazione dei tifosi e un aumento delle possibilità di afflusso di nuovi capitali in favore delle società sportive, ma soprattutto una maggiore trasparenza nell’impiego delle enormi risorse che, specie i grandi club muovono. Un motivo strutturale nel quale può individuarsi l’origine della crisi italiana è quello che le società sportive sono divenute soggetti giuridici economici e, quindi, bene esclusivo dei «proprietari», togliendo ai tifosi ogni ruolo e ogni responsabilità”. Per Angelo Attaguile si tratta di una “follia tutta italiana figlia di una normativa opposta a quella spagnola che consente alla squadra del Barcellona (e non a caso con i risultati che ottiene) di essere di proprietà dei propri tifosi (170.000 soci) o a quella tedesca che proibisce a un singolo socio di detenere fino al 30 per cento”.
“Anche per il calcio occorre che il Parlamento proceda a una riforma che consenta di riportare la tifoseria a sentirsi corresponsabile nelle scelte, fatto indispensabile se si vogliono assicurare bilanci equilibrati e se si vogliono evitare le spese folli che rendono negativi la maggior parte dei medesimi bilanci. È molto probabile che togliere un «padrone» alle società sportive porterebbe diversi vantaggi: la riduzione dei costi di gestione relativi ai soggetti che controllano la società, il rispetto per il tifoso e, parallelamente, il rispetto dello stesso tifoso per tutti i beni e gli interessi della società che sentirebbe come propri e rispetto ai quali assumerebbe un atteggiamento di protezione e di tutela”.