PALERMO – La scure dei tagli colpirà anche loro: sono 51 ex burocrati della Regione siciliana, andati in pensione con cifre da record. La norma approvata con la finanziaria bis che impone un tetto di 160.000 euro all’anno agli stipendi dei regionali avrà ripercussioni anche su chi ormai negli uffici dell’amministrazione non lavora più, e chi supera il limite imposto dal governo, infatti, già da luglio si troverà il taglio nell’assegno di quiescenza.
In vetta alla classifica dei pensionati d’oro, com’è noto, c’è Felice Crosta, l’ex capo dell’Agenzia dei rifiuti che fino a qualche anno fa aveva una pensione da 500.000 euro l’anno, prima che gli venisse ridotta a poco più di 250.000 euro. Sotto di lui, cinquanta ex dirigenti: 26 superano (chi di pochissimo) i 200.000 euro, tredici ne prendono tra i 190 e i 200.000 e dodici, infine, sono nella fascia più bassa, quella che raccoglie chi ha una pensione tra i 160 e i 190.000 euro all’anno.
Ma tra di loro c’è chi è già pronto ad impugnare il taglio e presentare ricorso alla Corte dei Conti. Il tetto, infatti, sarebbe “troppo basso”, in quanto sotto a quello statale, che il premier Matteo Renzi ha abbassato di recente a 240.000 euro l’anno, cosa che secondo alcuni renderebbe la norma incostituzionale.