Quasi seimila ragazzi si sono ritrovati in una stradina di una zona industriale alle porte di Torino, infilati tra i capannoni di una enorme area abbandonata dell’ex Fiat. I ragazzi arrivati da tante città dell’Europa stanno ballando, bevendo e divertendosi senza sosta. Quello organizzato in questi capannoni è un vero e proprio rave abusivo per festeggiare i 15 anni di sound system locale.
Il numero dei partecipanti sarebbe potuto anche essere maggiore se le forze dell’ordine non fossero intervenuti per troncare la processione di persone che stavano raggiungendo il luogo dell’appuntamento avuto grazie ad una chat di Telegram.
Molti dei partecipanti al rave sono scatenati. Qualcuno balla su pareti di cemento ormai finite giù, altri sopra le tettoie, alcuni si accampano lungo le tende igloo e altri ancora ballano, in disparte, una musica tutta loro. Le misure anti-covid, naturalmente, non sono state rispettate e adesso c’è paura sul possibile aumento dei casi di contagio. Fortunatamente, visto il grande numero di partecipanti, solo quattro di loro sono finiti in ospedale per un trauma cranico.
Adesso resta l’interrogativo su come far sgomberare l’area dove ballano queste persone, garantendo la sicurezza di tutti. Nella notte ci anche stati attimi di tensione quando alcuni ragazzi hanno provato a forzare i blocchi di carabinieri e polizia lanciando sassi e cercando di forzare il cordone di agenti con i camion. Tre poliziotti sono rimasti feriti.
“Siamo riusciti a isolare la zona con quattro posti di blocco – racconta il Prefetto ai microfoni di “Repubblica – bloccare questo ha creato disagi alla circolazione ma ci ha permesso di limitare gli ingressi“. Il prefetto non vuole, almeno momentaneamente, far sgomberare l’area: “Impediamo alle persone di entrare. Chi esce dall’area non può più rientrare. I camper e le auto che avevano invaso un po’ ovunque la zona circostanze sono stati rimossi. Stiamo lavorando per identificare le persone anche attraverso le targhe. Abbiamo già identificato parecchie persone, molti arrivano dalla Francia”.
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