Librino, fogne a cielo aperto e scatta l'allarme: "Asp intervenga" - Live Sicilia

Librino, fogne a cielo aperto e scatta l’allarme: “Asp intervenga”

Un errore nella progettazione costa caro ai residenti dell'ex Palazzo di Cemento.

CATANIA – Due bambini giocano a calcio nel cortile del palazzo in cui abitano. La palla di cuoio è gialla fosforescente, sfugge a un passaggio e finisce in una pozzanghera. “Che schifo“, dice uno dei due. A Catania, però, non piove. C’è tanto vento, ma il sole è ancora caldo anche se è pomeriggio. La pozzanghera non è colpa del clima: è colpa della fogna che sgorga da un vano tecnico al pianterreno di viale Moncada 3. Sotto ai portici della Torre Leone, ex Palazzo di cemento, si sente la puzza e si vede un rivolo di liquami andare avanti fino al tombino. È lì che i due bambini giocano. Ed è per questo che gli esponenti del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi e Gianina Ciancio hanno inviato stasera una segnalazione all’Asp di Catania.

“Questa è la nostra situazione”, spiega a LiveSicilia Salvatore Giuffrida, assegnatario di un immobile nell’edificio. Alla Torre Leone gli appartamenti sono stati consegnati ai 96 nuclei familiari assegnatari a gennaio 2021. Poco più di un anno fa, uomini e donne che attendevano un alloggio popolare – in qualche caso da decenni – erano riuscite a mettere piede nella nuova casa. La consegna delle chiavi era stata accolta da molti con commozione. Quasi subito, però, erano cominciate le polemiche: poche case erano adatte alle esigenze dei tanti disabili, le dimensioni degli alloggi erano giudicate insufficienti rispetto alla quantità di persone per famiglia.

Nel frattempo, però, l’ex Palazzo di cemento, da vuoto simbolo della criminalità organizzata che era, è tornato a popolarsi. Quarant’anni dopo la sua progettazione, l’edificio è diventato quello che avrebbe dovuto essere dall’inizio. “Sei mesi dopo, però, è emerso questo problema enorme – continua Giuffrida – Dai pozzetti al piano terra escono i liquami delle fognature“. Il problema, spiega ancora il residente, “è che l’impianto è sbagliato: i tubi sono troppo piccoli e, alla base, dove c’è una vasca, esplodono. E contaminano la vasca accanto, che è quella delle acque bianche“.

Il risultato è che ogni volta che qualcuno aziona lo sciacquone in uno degli appartamenti della scala A, al pianterreno si vede un tombino gorgogliare, sollevarsi e riempire di melma uno stanzone, pensato come vano tecnico per il sistema antincendio. “Abbiamo provato a pulire, a collegare un tubo dell’acqua in modo che almeno la melma scivolasse via, ma non possiamo andare avanti così. Ogni tanto si è visto qualcuno dello spurgo pozzi neri, ma serve solo a tirare avanti”, prosegue il residente, prima di richiudere dietro di sé il cancello di ferro. Mentre il liquido maleodorante passa da sotto la soglia.

“Il problema è noto”, risponde a LiveSicilia l’assessore ai Lavori pubblici Enrico Trantino. Il titolare della delega ammette le difficoltà: “Mi sono confrontato con il mio dirigente che mi ha spiegato che non è un problema legato alla costruzione dell’edificio: riguarda, invece, come l’edificio è stato progettato in quella parte, in modo quantomeno maldestro“. In altri termini: bisogna rifare una parte delle canalizzazioni. “Bisogna redigere un nuovo progetto“, spiega l’assessore. E non è cosa semplice né immediata. “La direzione ha un dirigente e quattro tecnici: sulle scrivanie ci sono 60 pratiche di questo genere, tutte ugualmente urgenti. Non posso dare dei tempi, perché onestamente non li ho. Al momento possiamo solo tamponare“.

Per “tamponare” bisogna passare la parola a un altro assessorato, quello all’Ecologia. Da lì, infatti, dovrebbero arrivare uomini e mezzi dedicati allo spurgo del pozzo nero. “Lo abbiamo fatto un paio di giorni fa”, replica l’assessore Andrea Barresi. Ma c’è bisogno di farlo ancora. “Se sarà necessario, faremo in modo che lo spurgo arrivi tutti i giorni, per intervenire”. È chiaro, però, che così non può andare avanti. E che l’estate alle porte rende tutto ancora più urgente. “La puzza arriva ai primi piani, pensiamo agli animali d’estate… – commenta una residente – Io vado di continuo all’ufficio Casa del Comune, ma non mi danno risposte”.

Nel frattempo, il consigliere comunale M5s Graziano Bonaccorsi, in tandem con la deputata regionale pentastellata Gianina Ciancio, hanno deciso di rivolgersi direttamente all’Azienda sanitaria provinciale catanese. Nella nota appena inviata si citano le richieste di chiarimento fatte da Bonaccorsi all’amministrazione comunale, rimaste senza esito. “Tale situazione – si legge nel documento – non è più sopportabile e ha bisogno di un intervento urgente, volto a tutelare la salute pubblica dei cittadini, dell’ambiente circostante e degli animali della zona”. Nella speranza che sia un intervento dell’autorità che tutela la salute pubblica a fare schizzare in alto, nella lista delle priorità, il progetto per il nuovo sistema fognario della Torre Leone. Si intervenga “con urgenza – prosegue la nota – sostituendosi all’amministrazione o sollecitando gli organi competenti”.


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