Un primo risultato immediato c’è stato dopo la presenza stamane, a Trapani e Misiliscemi, del presidente della Regione Renato Schifani e del direttore regionale della Protezione civile Salvatore Cocina.
A Misiliscemi, il Comune colpito giovedì dall’alluvione, stanno per arrivare rinforzi di Protezione civile anche da altri centri della Sicilia. Aiuteranno gli abitanti e le squadre già all’opera a liberare case e strade dal fango.
Risultato importante, ma è sotto gli occhi di tutti che dall’allagamento sono già trascorse 48 ore e restano isolate tante case delle frazioni che una volta appartenevano al Comune di Trapani: Salinagrande, Marausa, Guarrato.
Ricade ormai nel territorio di Misiliscemi gran parte della zona delle saline, una delle più importanti aree della Sicilia riconosciuta come riserva naturale. La conta dei danni è provvisoria, ma già impressionante, “stimata – dice il commissario straordinario del Comune di Misiliscemi, Carmelo Burgio – in almeno 12 milioni di euro”.
Alla conta dei danni andrà aggiunto tutto ciò che è andato perduto nelle saline: numerose vasche sono state invase dall’acqua, cosa che ha interrotto il ciclo della produzione del sale. Per non parlare poi delle stesse vasche danneggiate dall’ondata di piena del Verderame e del Lenzi, i fiumi esondati e che attraverso la riserva naturale.
Vertice a Trapani
Il presidente Schifani ha visitato Misiliscemi, e poi a Trapani, a Palazzo D’Alì, ha presieduto un primo vertice operativo. Sulla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale avanzata dai Comuni di Trapani e Misiliscemi si è riservato di decidere, “certamente – ha affermato a fine riunione – ci rivolgeremo come Regione, con l’autorità di bacino, all’Università di Palermo per affidare la redazione di uno studio idrogeologico utile a definire gli interventi, soprattutto quelli che serviranno a salvaguardare le saline. Sul piano operativo con la Protezione civile regionale già indirizzata in questo senso, il reperimento dei fondi per collocare nuove pompe di sollevamento a salvaguardia di Trapani e di Misiliscemi”.
“Da anni non si puliscono i canali”
Schifani è determinato a intervenire sull’autorità di bacino: “Mi è stato riferito del problema che da anni non si puliscono i canali, mi risulta la disponibilità di risorse derivanti anche da fondi europei, ma non ci sono le risorse umane a disposizione, senza progetti non si può far nulla, non si possono fare le opere strutturali che servono, l’impedimento deriva dal blocco delle assunzioni, con il Governo nazionale intendo subito affrontare questo tema. Questo è il problema strutturale della Regione Sicilia che mi sono trovato subito innanzi”.
Il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha evidenziato come le alluvioni ripetute delle ultime settimane, che hanno fatto affondare la città, sono state causate dalla grande quantità di acqua scesa giù dalla montagna di Erice. Anche questa è diventata un’area a rischio sopratutto dopo gli incendi che hanno devastato le aree boschive. Cocina, direttore regionale della Protezione civile, poi ha messo in evidenza le caratteristiche del fenomeno piovoso che sono cambiate e che non trovano le città preparate.
“Territorio devastato”
“La situazione è seria – ha detto il capo della Protezione civile regionale – qui abbiamo avuto quattro fenomeni piovosi importanti in poco tempo, le ultime due volte almeno 100 mm di acqua in poche ore, dobbiamo fare i conti con le conseguenze dei cambiamenti climatici che causano fenomeni estremi e che si fanno sempre più frequenti, ma abbiamo una realtà povera di opere strutturali. Siamo in un territorio fragile devastato negli ultimi 50 anni”.