CATANIA – Tratta di esseri umani: un arresto. All’alba del 6 aprile, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato (Squadra Mobile di Catania, con la collaborazione della Squadra Mobile di Biella) ha posto in stato di fermo in territorio di Biella Aigbuza Brigth (cl.1993), gravemente indiziato, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati in Nigeria e in Libia, dei delitti di tratta di persone – con le aggravanti della transnazionalità del reato, di avere agito mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione del rito religioso-esoterico del voodoo, in danno di minori, al fine di sfruttare la prostituzione ed esponendo le persone offese ad un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica (facendo attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali, che le sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, facendole giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti, esponendole ad un altissimo rischio di naufragio) – nonché di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di un’articolata attività investigativa di tipo tecnico avviata dalla Squadra Mobile di Catania con il coordinamento della D.D.A. etnea, a seguito delle dichiarazioni rese dalla minore “Sole” – nome di fantasia, n.d.r. –in relazione al viaggio compiuto per raggiungere l’Italia, ai soggetti che l’avevano organizzato ed agli impegni assunti dalla giovane per ripagarne le spese. In particolare, in data 17.11.2017, la giovane veniva ascoltata dalla Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale ed in tale occasione dichiarava le proprie esatte generalità, riferendo di averle declinate inesatte al momento dell’arrivo il 23.10.2016, presso il porto di Catania, a bordo della nave “Aquarius” dell’O.N.G. Sos Mediterranée, unitamente ad altri migranti.
Sulla scia del racconto e in considerazione delle discordanze anagrafiche segnalate dalla Commissione, il personale della Squadra Mobile di Catania – Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione – escuteva la giovane vittima dalle cui dichiarazioni emergevano plurimi indizi del delitto di traffico di esseri umani consumato nei confronti della stessa, reclutata da un connazionale di nome “Brith” dimorante in Italia, che le aveva proposto di raggiungere l’Italia, facendosi carico delle spese di viaggio e che, dopo averla trasferita sul territorio nazionale, giovandosi di rapporti con smugglers libici, grazie ai contatti con la madre di “Sole” – nome di fantasia, n.d.r., aveva iniziato a minacciare la minore a la di lei madre affinché si allontanasse dalla struttura ed iniziasse a prostituirsi per pagare il debito assunto verso “Brith”. Sulla scorta delle dichiarazioni rese dalla giovane veniva avviata attività tecnica sull’utenza in uso alla persona offesa e su quella indicata dalla stessa in uso al trafficante “Brith”. I dialoghi captati dagli investigatori suggellavano le dichiarazioni rese da “Sole” – nome di fantasia, n.d.r., e la storia della stessa che aveva riferito di contatti tra “Brith” e la di lei madre e di minacce dal primo profferite ai danni della donna. I servizi di intercettazione consentivano, altresì, di accertare che “Brith”, tramite il fratello dimorante in Nigeria, aveva provveduto a sottoporre ad un rito voodoo la ragazza che, giunta in Italia da più di un anno, non si era allontanata dalla struttura di accoglienza, non aveva ancora iniziato a pagare il suo debito e risultava inoltre irrintracciabile telefonicamente. Nella notte di venerdì scorso, i poliziotti della Squadra Mobile di Catania, collaborati da personale della Squadra Mobile di Biella, hanno rintracciato Aigbuza Brigth presso una comunità in provincia di Biella.
Dall’analisi del telefono cellulare dell’indagato debitamente sequestrato, gli investigatori, tra gli altri numeri telefonici, hanno individuato quello della vittima “Sole” – nome di fantasia- registrato in modo inesatto (verosimilmente per tale ragione Aigbuza non riusciva a contattarla). Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato associato presso la casa circondariale di Biella, a disposizione dell’A.G.