SIRACUSA – Si è appostato davanti casa di quella famiglia che con lui era sempre stata affabile, non ha suonato alla porta, ha atteso che Loredana Lo Piano, stimata e benvoluta caposala al reparto Oncologia dell’ospedale di Avola e mamma della sua ex, uscisse per andare a lavoro e si è avvicinato. È stato fatto accomodare nel piccolo androne che accoglie in quell’appartamento di due piani: poche battute e poi è ancora nebuloso anche per gli investigatori cosa abbia fatto tramutare il tutto in una “aggressione inspiegabile”.
Tre coltellate, secondo la prima ispezione cadaverica del medico legale Corrado Cro, di cui certamente una frontale al collo, che ha causato una copiosa emorragia; poi di sicuro un’altra alla base della nuca. Una prima ricostruzione dell’assurdo assassinio della 47enne moglie e mamma di due ragazze di 19 e 16 anni, è stato tracciato stamattina nei saloni della questura di Siracusa dal capo di gabinetto, Gaspare Calafiore, dal vice dirigente della Mobile, Rosario Scalisi e dal dirigente del commissariato di Avola, Fabio Aurilio.
Il fermato, Giuseppe Lanteri, 19 anni, è l’ex della figlia minore della vittima. Nessun precedente, famiglia umile e perbene. Una relazione durata tre anni e finita la scorsa primavera. Fine che evidentemente era stata mal sopportata dal giovane, che però aveva sempre trovato ascolto in quella famiglia. “Non sono emersi motivi di astio con la mamma”, né con il resto della famiglia della quale il 19enne ha parlato bene durante l’interrogatorio di stanotte nel quale ha confessato l’omicidio. Non è chiaro nemmeno perché avesse con sé un coltello se, come ha affermato agli investigatori, voleva solo parlare. Aspetti che chiarirà un eventuale procedimento giudiziario: intanto il giovane è stato sottoposto a fermo indiziato di delitto, con l’accusa di omicidio aggravato. Domani l’interrogatorio di garanzia con l’eventuale convalida del fermo.
È stato lui il primo e l’unico sospettato sin da subito: telecamere di videosorveglianza e testimoni oculari lo hanno visto in quella strada, davanti a quella casa. Dopo il gesto è andato via a piedi fino a casa della nonna dove ha cambiato i pantaloncini, poi si è isolato per 16 ore davanti al mare, su una scogliera del litorale avolese invisibile agli occhi dei passanti. Il telefono irraggiungibile per qualche ora ha fatto ipotizzare un suicidio. Dopo qualche ora ha cominciato a aprire al dialogo telefonico con diversi familiari. Questo ha permesso agli investigatori di individuare la cella telefonica e, dunque, il suo nascondiglio. Lo hanno trovato sugli scogli poco dopo mezzanotte e fermato senza che opponesse resistenza. In commissariato, davanti al Pubblico ministero Tommaso Pagano ha confessato.