PALERMO – “Sulle trivellazioni Crocetta dice che proseguirà sulla sua strada? E’ la dimostrazione di come se ne infischia del Parlamento, tanto vale chiuderlo”. È durissimo il commento dei deputati del Movimento 5 Stelle sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Regione Crocetta all’indomani dell’approvazione all’Ars delle mozioni stoppa-trivelle, targate Movimento 5 Stelle (prime firmatarie Valentina Palmeri e Angela Foti). Dopo che il governo sul tema è andato sotto all’Ars, infatti, il governatore ha fatto sapere di non volere fare marcia indietro: “Vado avanti, le trivellazioni che chiede di avviare l’Eni non hanno alcun impatto ambientale”, riprta Repubblica.
“Crocetta – afferma Giancarlo Cancelleri – è come un imperatore che pretende di fare quello che vuole, a dispetto del Parlamento e dalla volontà popolare che questo rappresenta. È uno scandalo, non possiamo permetterlo. Ardizzone faccia qualcosa, intervenga a tutela di questa istituzione”.
I deputati grillini contestano l’accordo siglato con le compagnie petrolifere, di cui oggi ha scritto Repubblica. L’intesa, secondo quanto riportato, prevede che la Sicilia non aumenti le royalty sulle estrazioni e che, se il Parlamento varerà una legge in senso contrario, l’Eni potrà avere le mani libere e non rispettare la salvaguardia occupazionali.
“La verità – afferma Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente – è che con l’azione del M5S si è scoperchiato il vaso di Pandora. Con una manovra siglata quasi in solitaria (considerato che al 6 novembre, il giorno della firma, il Crocetta-ter giuridicamente nemmeno esisteva, mancando all’appello alcuni assessori come quello – guarda caso – all’Energia) il presidente della Regione ha regalato ai petrolieri il mare siciliano senza neanche chiedere il permesso al Parlamento, che, suo malgrado, pochi giorni dopo lo ha smentito con due mozioni votate anche dalla sua maggioranza”.
“Era ovvio che da un ex dipendente dell’Eni non ci si aspettasse proprio il pugno duro in materia di ambiente, ma un regalo così grande ai petrolieri dalle tasche dei siciliani è davvero troppo”, dice l’eurodeputato siciliano dei 5 Stelle Ignazio Corrao. “Crocetta ed i lobbisti vadano a studiare, perché se proprio vogliono fare business, possono investire in energie pulite, laddove cioè la stessa Europa mette in campo risorse economiche molto importanti anche ai fini occupazionali. La questione ovviamente è già al vaglio degli uffici del parlamento europeo da parte del mio gruppo – conclude l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle – ed in queste ore interrogheremo la Commissione”.
Anche Sel va all’attacco con Erasmo Palazzotto: “Non è possibile che si stipuli un protocollo con Assomineraria, sezione petrolifera di Confindustria, e che a siglarlo sia insieme al Presidente anche Linda Vancheri che è rappresentante di Confindustria stessa nel Governo – dice il deputato vendoliano -. È questo il terribile conflitto di interessi da cui dobbiamo liberarci. Quali interessi si stanno tutelando? Quelli dei Siciliani o quelli delle speculazioni di un pezzo del mondo imprenditoriale? Questa vicenda non riguarda solo le trivellazioni, riguarda il sistema dei rifiuti, riguarda le politiche industriali e quelle ambientali, riguarda il senso stesso della democrazia in Sicilia, e lo dimostra la natura stessa dell’accordo”.
All’attacco di Crocetta sulle trivelle anche Forza Italia: “L’accordo tra Assomineraria e la Regione siciliana sulle trivellazioni è lesivo degli interessi dell’Isola dal punto di vista ambientale, ma rischia di esserlo ancor di più sotto il profilo economico – dice il capogruppo Marco Falcone -. Un protocollo che bypassa completamente il parlamento regionale, messo ancora una volta ai margini, e senza alcun pudore, dal presidente Rosario Crocetta. A fronte di un importante incremento della produzione Crocetta vorrebbe lasciare invariate le royalties, un vero e proprio bluff, considerando per di più che l’accordo con Assomineraria non prevede alcun aumento dei livelli occupazionali. La questione sta assumendo contorni sempre meno chiari tant’è che si trova sul tavolo dell’autorità anticorruzione. Dove sono dunque i vantaggi per la nostra terra e per la nostra gente? Il governatore, che ha escluso il parlamento dalla trattativa, riferisca quanto prima in aula, assumendosi le proprie responsabilità, mentre l’assessore al Bilancio Baccei relazioni sulla parte economica in commissione Bilancio”.
Anche Nello Musumeci interviene sul tema: “Crocetta impugni immediatamente per incostituzionalità il decreto Sblocca-Italia e agisca affinché l’Eni si impegni a porre fine ad ogni ormai fallimentare attività di raffinazione, che ha prodotto migliaia di morti, patologie e devastazione ambientale. Chiediamo l’avvio di un programma strategico di bonifiche e di rigenerazione industriale per Gela, Milazzo e Augusta, che salvaguardi l’occupazione, l’ambiente e la salute dei siciliani”. Il presidente dell’Antimafia regionale attacca: “Il governo getta così la maschera sulla vera natura dell’accordo con Eni – conclude Musumeci – verso cui evidentemente si era impegnato ad autorizzare le trivelle per ottenere la rigenerazione verde della raffineria di Gela, e dimostra che Crocetta e il Pd sono totalmente succubi dei petrolieri”.
“Crocetta e il Pd – attacca Fabio Granata di Green Italia – sono totalmente succubi dei petrolieri: noi pretendiamo l’impugnativa costituzionale del decreto Sblocca Italia e un impegno dell’Eni per porre fine ad ogni oramai fallimentare attività di raffinazione e di avviare immediatamente un programma strategico di bonifiche e di rigenerazione industriale che riguardi oltre che Gela anche Milazzo e Augusta e che salvaguardi l’occupazione, l’ambiente e anche la vita e la salute dei siciliani”.